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Secondo giorno di sopralluoghi in Sardegna per la commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito. Dopo Guardia del Moro, nell'isola di Santo Stefano, oggi i commissari hanno fatto tappa al poligono di Perdasdefogu-Quirra. Anche in questo caso è stato negato il pass ai giornalisti, benché il presidente della commissione, Gianpiero Scanu (Pd), avesse chiesto che partecipassero almeno al briefing successivo alle ispezioni. Sulla questione, uno dei commissari, Roberto Capelli (Cd), ha parlato di "ostacoli posti dal ministero della Difesa" e di "una collaborazione non adeguata".

Tra l'altro, ha aggiunto il deputato nuorese, "far entrare i cronisti nella zona interdetta avrebbe contribuito a restituire un'immagine nuova dell'Esercito di cui andare molto orgogliosi". I parlamentari in missione hanno visitato l'ex discarica di Is Pibiris e il Centro di ricerca aerospaziale. Tra i 'testi' sentiti: i rappresentanti sindacali dei lavoratori e i sindaci di Ulassai, Villaputzu, Villagrande, Perdasdefogu. A proposito di Comuni che hanno messo le aree a disposizione dei militari, "è dal 2009 che non ricevono più indennizzi", ha denunciato Capelli. Dalle audizioni, come ieri a La Maddalena, "è emersa integrazione piena tra Forze armate e popolazione". I colloqui continueranno in serata a Cagliari, nella sede della Prefettura. "Noi non siamo qui a Quirra per chiudere – ha precisato Capelli – ma per verificare che chi opera nel poligono lo faccia in condizioni di sicurezza sanitaria in un ambiente salubre, per incrementare l'attività di ricerca e sperimentazione non a fuoco, e certificare responsabilità del passato in una gestione delle esercitazioni che ha fatto sollevare non pochi dubbi".

Non sembra avere dubbi un altro commissario presente al sopralluogo, Edmondo Cirielli (Fdi): "Dopo la visita ispettiva di oggi posso affermare che la Difesa italiana e le Forze Armate costituiscono un esempio di gestione ambientale, cui dovrebbero far riferimento le altre pubbliche amministrazioni. Certi episodi di mala gestione sanitaria in tante città italiane non sarebbero accaduti – ha aggiunto – se dappertutto fossero stati usati lo zelo e la disciplina mostrati invece dal mondo militare".