A poche ore dal Consiglio direttivo del Parco Nazionale dell'Arcipelago di La Maddalena, convocato per questo pomeriggio alle 14.30, le polemiche all'interno dell'Ente non sembrano placarsi. In seguito all'autosospensione del presidente Giuseppe Bonanno, annunciata alla stampa nella tarda serata di ieri, oggi prendono la parola i membri del Consiglio direttivo che lo accusano di aver fatto per dieci anni "l'uomo solo al comando" e ora, alla vigilia del Direttivo, di aver "abbandonato la nave come uno Schettino qualunque".
Ieri il presidente Bonanno ha "minacciato" di chiedere il commissariamento dell'Ente, qualora i consiglieri del direttivo non avessero approvato gli atti "indifferibili", come il Piano per il Parco. Ma il Direttivo non ci sta ad esser tacciato di esser responsabile del "blocco" dell'Ente, e accusa Bonanno di aver "sfidato il Consiglio ad approvare atti che lui nel frattempo ha continuato a ritoccare da solo e senza coinvolgere nessuno. Atti della cui legittimità dovremmo comunque accertarci, prima di votarli. Oggi ci presenteremo in Consiglio e faremo le nostre valutazioni, e riteniamo che lo stesso debba fare il Presidente il quale deve assumersi le sue responsabilità, partecipando ai lavori per cui è pagato oppure dimettendosi.
Non è possibile rovinare un Parco per dieci anni e lasciare il cerino acceso nelle mani di chi è arrivato da un solo anno e si è dovuto districare tra pasticci e assurdità dovuti alla pessima guida dell'Ente", scrivono nella lettera, in cui affermano che il presidente ha accusato il Consiglio "per quello che lui non è riuscito a fare in dieci anni". L'autosospensione è invece vista dai firmatari della missiva (Mauro Bittu, Enzo Di Fraia, Luca Ronchi e Carlo Rotta) come "paura di non possedere più la maggioranza all'interno dell'Ente".







