"Martedì alle ore 9.00, durante lo svolgimento del Senato Accademico, alcuni di noi consegneranno alla Rettrice le firme degli studenti di Cagliari contrari al rinnovo dell'accordo di cooperazione con il Technion.
Chiediamo a tutti gli studenti e ai docenti che hanno firmato l’appello di partecipare al sit-in che si svolgerà in contemporanea sotto il Rettorato."
E' l'appello diffuso sul noto social da 'Studenti contro Technion', che hanno organizzato una campagna di sensibilizzazione basata su un lavoro di ricerca in merito a un accordo tra Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Ateneo di Cagliari e il Technion Institute di Haifa, 'un’istituzione accademica israeliana che svolge anche attività di ricerca e sviluppo di tecnologie militari, e che ha stretti legami con le principali società tecnologiche di difesa'.
"Venerdì mattina, in aula Teatro nella Facoltà di Scienze Politiche, si è tenuto l’atteso dibattito tra posizioni favorevoli e contrarie all’accordo di cooperazione tra Unica e il Technion. L’evento" – spiega l'associazione studentesca in un comunicato – "era stato concordato, nelle modalità e nei tempi dovuti, con le istituzioni dell’Ateneo, affinché venisse meno la criticità fondamentale che nel recente passato ha portato alla revoca delle concessioni delle aule in cui si sarebbero dovuti tenere i dibattiti su questo tema, dalla Israeli Apartheid Week a oggi.
Nonostante l’invito e le modalità di svolgimento dell’evento fossero stati comunicati alle più alte cariche dell’Università già a giugno, nessuna di queste si è presentata per affrontare apertamente la discussione su quali siano i limiti etici che comporta una collaborazione di ricerca universitaria con un’accademia fortemente complice in quello che a tutti gli effetti è un regime di apartheid.
Appare quindi del tutto evidente la volontà di sottrarsi al confronto, celandola come una pretesa posizione neutrale, ma che a questo punto non possiamo leggere diversamente da un malcelato schieramento a favore della politica di oppressione israeliana, poiché, per dirla con il premio Nobel per la Pace Desmond Tutu, 'se si è neutrali in situazioni di ingiustizia, si è scelto il lato dell'oppressore'.
La ricerca, per quanto libera, dovrebbe ispirarsi ai principi e valori fondanti della Costituzione, a cui la stessa Accademia si richiama.
Ma noi continueremo nella nostra lotta: se le istituzioni universitarie hanno deciso di non venire a parlare con noi, saremo noi a cercarle nelle loro sedi.
È per questo che martedì abbiamo chiamato un sit-in in via Università durante lo svolgimento del Senato Accademico, per consegnare alla Rettrice le firme degli studenti in totale disaccordo con le scelte che la loro Università compie.
Vi invitiamo a unirvi a noi e a sostenere tramite il boicottaggio la lotta del popolo palestinese fino al raggiungimento della libertà, della giustizia e dell’eguaglianza."







