Il processo Eternit bis, che riprende domani al Palazzo di Giustizia di Torino, non deve andare avanti: sarà questa la tesi che i difensori di Stephan Schmidheiny, l'imprenditore svizzero imputato di omicidio con dolo per la morte di 258 persone esposte – secondo l'accusa – all'amianto lavorato nella multinazionale, sosterranno nel corso dell'udienza qualora il giudice Federica Bompieri non prenda subito una decisione.
La Corte Costituzionale, lo scorso 21 luglio, nell'ambito del processo Eternit si è pronunciata su una complessa questione legata al principio giuridico del 'ne bis in idem'. "Ed è proprio in base a quella decisione – afferma il professor Astolfo Di Amato, uno degli avvocati difensori – che a nostro avviso sono state sancite le condizioni per l'improcedibilità".