"Con venti progetti eseguiti l'Italia è il primo Paese dell'Ue per attuazione del Piano di investimenti strutturali Juncker, attivato nel 2014, ma resta il nodo delle Regioni meridionali che non hanno presentato alcun progetto, se si eccettua quello di un privato per le raffinerie di Milazzo in Sicilia. Eppure i fondi europei costituiscono un'opportunità unica". Così il Capo della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea Beatrice Covassi durante la tavola rotonda "Investire nelle Regioni Meridionali" organizzata alla Reggia di Caserta. "Siamo qui – continua la Covassi – proprio per dare un segnale forte ai privati ma anche e soprattutto agli enti pubblici del Mezzogiorno, perché il trend degli investimenti inizi finalmente a salire". A fornire i dati, piuttosto negativi, dell'economia meridionale, è il vice-presidente della Bei (Banca Europea degli Investimenti) Dario Scannapieco. "Negli ultimi venti anni – dice – gli investimenti nel Sud Italia sono calati del 30%, mentre nelle altre Regioni, dopo il calo seguente alla crisi del 2008, il livello è tornato a salire"; minima anche la crescita del Meridione, appena "un 1,3% dal 1995 ad oggi. Se non si cambia registro – spiega Scannapieco – c'è il rischio che il gap tra le varie aree territoriali del Paese, già elevato, diventi ancora più rilevante, con il rischio connesso di perdita della competitività". Il paradosso è che i soldi ci sono, ma spesso restano negli istituti di credito. "Le banche hanno enorme liquidità ma non possiedono efficaci sistemi di contenimento del rischio – dice Scannapieco – per questo come Bei siamo a fianco agli istituti con strumenti che garantiscano i prestiti, specie alle piccole e medie imprese". "Il Sud e la Campania devono muoversi – dice l'europarlamentare Nicola Caputo – e approfittare della possibilità di aggiungere ai fondi del Piano Juncker quelli strutturali e nazionali. Tra le priorità dei progetti metto soprattutto l'agricoltura". Il Piano Juncker è costituito da un Fondo di Garanzia di 21 miliardi di euro, di cui 15,5 miliardi destinati a infrastrutture e innovazione, altri 5,5 alle piccole e medie imprese; soldi che aggiunti ai fondi nazionali e privati potrebbero portare a finanziare progetti in totale per 315 miliardi di euro.
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Ue, capo Rappresentanza: ok Italia ma da Sud solo un progetto
