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"Ci sono danni per miliardi ma restaurare è possibile". A dirlo in un'intervista ad Avvenire è Gisella Capponi, direttore dell'Istituto superiore per la conservazione e il restauro. La Capponi descrive come già dopo il sisma del 24 agosto sulla base del piano di emergenza del ministero dei Beni Culturali sia cominciata la lotta contro il tempo per salvare il patrimonio dalla "furia distruttrice del terremoto" sia da parte della Soprintendenza che dai caschi blu della cultura. E questo ha portato al censimento di 514 edifici e 11 opere. E alla messa in sicurezza , con i carabinieri, di 1300 opere che erano a rischio furti. "Ma la terra – dice la Capponi – non ha smesso di tremare e le scosse degli ultimi giorni sono state micidiali". In particolare il direttore sottolinea quanto sia complicato studiare le strategie più adatte per puntellare gli edifici ribattendo anche alle lamentale di alcuni sindaci. "Le nuove scosse – spiega – ci hanno dato pochissimo tempo per intervenire. Nel sisma di Assisi, 19 anni fa, la scossa principale fu il 26 settembre ma la messa in sicurezza delle volte iniziò il 22 ottobre. Su murature complesse un puntellamento mal fatto, in caso della ripetizione di eventi sismici, può aggravare i danni anziché ridurli. Inoltre, le procedure per realizzare i puntellamenti, che debbono essere compiuti dai vigili del fuoco, sono complicate. Sarebbe opportuno uno snellimento, per agire rapidamente". E alla domanda se alcuni crolli si sarebbero potuti prevenire ribatte: "La scossa di domenica è stata talmente forte da far crollare edifici restaurati dopo il terremoto del 1997 o, come la basilica di San Benedetto a Norcia, per il Giubileo del 2000".