I locali pubblici sono ancora una fonte primaria per la diffusione della musica: a dirlo è una ricerca commissionata da Fipe in occasione della chiusura dell'accordo tra Siae e la federazione dei pubblici esercizi sulle tariffe per l'esecuzione di musica dal vivo e registrata nei locali pubblici per il 2017.
L'indagine di Fipe su un campione di 1200 persone descrive un'Italia che, se pure consuma la musica preferibilmente a casa (50,4%) o negli spostamenti quotidiani (32,7%), la ricerca attivamente nelle situazioni sociali. Tra il 50,9% degli intervistati che frequenta abitualmente locali pubblici la presenza di musica negli esercizi è vista con favore dalla grande maggioranza (79,4%) e l'87,6% ha la stessa opinione positiva per la musica dal vivo: la possibilità di frequentare i locali per serate musicali o concerti dal vivo interessa il 90,3% dei frequentatori di locali e il 76,9% dichiara di recarsi in certi luoghi con frequenza maggiore proprio per la presenza di musica, mentre per l'82% di loro esercizi come bar e club sono la via preferenziale per la diffusione di nuova musica e tendenze, tanto da dichiararsi disponibili nel 51% dei casi a spendere di più nella consumazione o con un biglietto d'ingresso pur di ascoltare musica nella sua serata fuori.
In questo quadro, il panorama dei "concertini", con meno di 200 persone e senza biglietteria, è in aumento: dal 2008 al 2015 questo tipo di eventi si è diffuso (+21,9% passando da 284.176 a 346.348 concertini), con un tasso di crescita particolarmente accentuato al sud (specie Molise, Sicilia, Basilicata e Puglia), dove si è scontato un ritardo. Le regioni dove i concertini si tengono maggiormente sono infatti al centro-nord: Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Toscana insieme coprono quasi il 50% di questi appuntamenti. Per favorire questo tipo di manifestazioni il presidente di Siae Filippo Sugar ha annunciato che saranno messi in atto incentivi mirati in particolare agli artisti emergenti: tra gennaio e giugno 2017 ogni mercoledì sera Siae proporrà una tariffa più bassa per giovani artisti che eseguono il loro repertorio originale. E se il presidente Fipe Lino Enrico Stoppani accoglie questa novità con piacere, a suo avviso le istituzioni devono muoversi anche per sostenere i locali che ospitano musica. "Vogliamo proporre di estendere anche ai locali dove si fa musica i bonus per i lavori di migliorie concessi alle strutture ricettive. E poi ci sono figure come i facilitatori della notte, di cui si sono dotate città come Londra e Parigi: noi l'avevamo proposto ai candidati sindaco di Milano, perché la night economy non è fatta solo di fannulloni".
Una posizione sottolineata da Sugar: "Dopo il settore costruttivo e quello alberghiero e della ristorazione, l'intero comparto creativo è il terzo per occupazione in Italia con oltre 1 milione di lavoratori: non si tratta solo di piacere e di cultura".
Voglia di live, +21,9% cresce l’Italia dei concertini
