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Tutti gli imputati "hanno fruito indebitamente del rimborso delle spese di viaggio dal luogo di residenza (dichiarato ma fittizio) a quello di servizio, beneficio riconosciuto dal contratto di lavoro del settore per agevolare il personale realmente sottoposto al disagio e al costo del pendolarismo tra casa e posto di lavoro"

Con queste motivazioni, depositate in questi giorni in cancelleria, il giudice monocratico di Lanusei, Nicola Caschili, ha condannato il 22 luglio scorso tre medici, allora in servizio al 118 della Asl 4, per truffa aggravata ai danni dello Stato, con l'interdizione per un anno dai pubblici uffici.

Tutti assolti, invece, dal reato di truffa. Pene inflitte più pesanti rispetto alle richieste del pm: un anno e otto mesi di reclusione e 600 euro di multa per Gesuina Manias, un anno quattro mesi e 100 euro di multa per Raffaele Angelo Farci, un anno e una multa di 300 euro Natalina Piroddi.

I sanitari erano stati accusati di aver ottenuto in modo fraudolento rimborsi per le spese di viaggio con autovettura privata "attestando falsamente all'ente datore di lavoro di essere residenti in località distanti da quella di lavoro (Sant'Andrea Frius per Farci, Cagliari per Manias e Tortolì per Piroddi) pur avendo di fatto la propria dimora nel comune di Lanusei o in un comune limitrofo".

"L'accertamento della falsità della residenza dichiarata – si legge nelle motivazioni – è stata possibile acquisendo i dati dei consumi delle utenze domestiche, energia elettrica, telefono e gas, risultati irrisori nella presunta residenza e molto consistenti in quella effettiva". Dalla sentenza emerge la rilevante entità delle somme percepite illegittimamente: 72.924,42 euro per Manias, 35.306,40 per Farci e 9.664 euro per Piroddi. A nessuno di loro sono state riconosciute le attenuanti generiche.