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"Una fragile Europa nella strategia globale".

E' il titolo della prolusione con cui il presidente della Fondazione per la cooperazione tra i popoli, Romano Prodi, ha inaugurato il 396.mo Anno Accademico dell'Università di Cagliari.

Per quasi un'ora l'ex presidente del Consiglio e della Commissione Ue ha parlato di nuova debolezza dell'Europa, in parte ascrivibile alla Brexit. "Siamo divisi e davanti ai problemi che ci toccano non assumiamo decisioni forti, quindi in tanti casi non siamo in grado di esercitare una vera strategia" ha spiegato.

"Mi si accusa di aver voluto l'allargamento da 15 a 27 Paesi, ma vi assicuro che non c'è alcuna differenza: la fragile Europa è un mondo frammentato, incapace di fare un lavoro comune". Per il professore "la Germania ha svolto una politica economica miope, persino per se stessa: ha prodotto un surplus commerciale e non investe. Questa è una dottrina che osserva solo l'austerità".

Di certo, ha precisato, "non sono per bilanci in deficit, ma la Germania è intrisa della sua virtù". Detto ciò, "non si deve nemmeno ragionare in chiave antigermanica". Nella situazione attuale, "la rinascita di partiti populisti e antieuropei rappresentano una deriva contro la solidarietà". Infine un cenno al neoeletto presidente degli Stati Uniti, Donald Trump: "Potrebbe obbligare a decisioni diverse". Ma per cambiare "all'Europa basterebbe mettere in pratica solo alcune delle sue idee fondanti", ha chiarito Prodi. L'inaugurazione dell'Anno Accademico è stata aperta dalla rettrice Maria Del Zompo che ha lanciato la sfida: "Saper integrare i saperi antichi della nostra tradizione con la più moderna tecnologia, coniugare, con intelligenza, cultura e innovazione, perché senza la prima non può esserci la seconda. Entrambe hanno necessità della ricerca per stare al passo con i tempi di un mondo che cambia con velocità sempre più elevate".