Il Ctm, su disposizione della Regione, da gennaio non effettuerà più il servizio di linea per la Zona industriale di Macchiareddu e per il nuovo carcere di Uta. La decisione ha creato polemiche tra i lavoratori che ora sono costretti ad affidarsi ad aziende private per recarsi al lavoro. Abbiamo raccolto una testimonianza diretta di uno di loro:
"Vivo a Cagliari e da alcuni anni ho deciso di seguire uno stile di vita sostenibile. Ho venduto l’auto e ho sottoscritto l'abbonamento annuale al Ctm, col quale raggiungo anche la zona industriale di Macchiareddu per recarmi al lavoro. Ho l'abbonamento al Car-Sharing, che utilizzo prevalentemente per spostarmi la notte o in zone non centrali.
Ora veniamo a conoscenza, informalmente, che il Ctm non servirà più Macchiareddu e che il servizio passerà ad altri gestori. Noi lavoratori siamo preoccupati per i disagi a cui andremo incontro, probabili costi aggiuntivi e una ulteriore riduzione della qualità del servizio.
La mobilità sostenibile – continua la lettera del lavoratore – dovrebbe offrire servizi di alta qualità, servizi stabili e confortevoli, comodità ed economicità. Attualmente per noi lavoratori si prospetta una situazione instabile, con costi crescenti e forse proibitivi.
Come funzionerà per chi ha sottoscritto un abbonamento al Ctm? Saremo costretti a sottoscrivere un nuovo abbonamento con conseguente aggravio di costi? Come funzionerà per chi avrà bisogno di usufruire dei mezzi in modo discontinuo o sporadico?
Mi chiedo: invece di sopprimere le corse, perché non incentiviamo l’uso dei mezzi pubblici anche nelle zone più disagiate e meno centrali? Sarebbe più proficuo tenere le linee stabili e regalare un abbonamento ai lavoratori che ancora non sono abituati ad usare i mezzi, per convincerli che l’uso del bus è più comodo ed economico. Sopprimendo ulteriori linee, si dissuadono i cittadini dall’utilizzo dei mezzi pubblici.
A mio modesto parere, in questa fase socio-economica, è necessario e utile a tutti promuovere comportamenti e stili di vita di condivisione ed economicità e molte più persone abbraccerebbero queste modalità se i servizi pubblici fossero attivi anche la notte.
Attendiamo – conclude la lettera – un sollecito riscontro e dettagli in merito al nuovo servizio".







