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"Il sistema dei costi e dei fabbisogni standard, che porta con sé anche l'istituto della perequazione, è stato concepito in un quadro normativo e finanziario completamente diverso dall'attuale. In questi anni Anci e Ifel hanno fatto uno sforzo straordinario per adattarlo a uno scenario profondamente modificato. I principi giusti dei costi e dei fabbisogni standard vanno certamente mantenuti, ma garantendo un quadro di finanza locale totalmente diverso, che sia finalmente stabile, più organico e non debba misurarsi con i continui tagli delle risorse che rischiano di far saltare il sistema". Lo ha sottolineato il delegato Anci alla Finanza locale e sindaco di Ascoli, Guido Castelli, nel corso di un'audizione in Commissione parlamentare per l'Attuazione del federalismo fiscale. Castelli ha ricordato che l'attuale sistema di perequazione "è frutto dell'intervento di una serie di fattori che hanno prodotto una distorsione gravissima", innanzitutto sulla natura del Fondo perequativo: "in contrasto con la legge delega, che prevede il contributo dello Stato e due distinti Fondi, il Fondo è unico e integralmente finanziato con le risorse proprie dei Comuni". Inoltre, c'è il "problema che i Comuni non si vedono più riconosciute capacità di sforzo fiscale, a causa del blocco delle aliquote in vigore dal 2016". Una situazione che per Castelli ha "evidentemente irrigidito il quadro complessivo, finendo per compromettere fortemente il principio di autonomia". Tutto ciò, ha precisato Castelli, non annulla "i risultati di rilievo raggiunti ad esempio con la revisione metodologica dei fabbisogni standard che verrà utilizzata per il riparto del 2017. Restano però non poche problematicità: su tutte, la necessità di maggiore autonomia ai Comuni nell'esercizio dello sforzo fiscale, unita alla garanzia di un'adeguata stabilità al sistema perequativo. Infine – ha concluso Castelli – è forte l'esigenza di mitigare l'impatto della perequazione, che in alcuni casi produce effetti finanziari insostenibili".