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Una delle cucine utilizzate nei padiglioni tematici dell'Expo 2015 sarà presto montata su un container della Protezione civile, pronta a essere utilizzata in caso di emergenze. Un terremoto, per esempio. E' infatti un pezzo di eredità materiale dell'Esposizione universale milanese che è stato assegnato gratuitamente fra tanti (in questo caso al gruppo di volontari del Comune di Rozzano) attraverso cinque bandi anti-spreco. Le richieste di partecipazione sono state elevate: 3.501, ha riferito la Fondazione Triulza, che ha promosso il progetto attraverso la società Expo 2015, proprietaria dei beni, e con il sostegno della Fondazione Cariplo. Si tratta per l'86% di organizzazioni no-profit ed enti pubblici, come Comuni e scuole, che dunque spenderanno questa eredità per il bene collettivo. Alla fine, i beni mobili messi a disposizione sono stati sufficienti per l'assegnazione a 194 associazioni, ciascuna con la sua storia e i suoi propositi. Le cucine erano il pezzo pregiato. In tutto, ce n'erano 15 a disposizione, quelle dei cluster dell'Expo. Una è andata appunto alla Protezione Civile di Rozzano. Altre sono state assegnate ad alcune onlus e Pro Loco. A una parrocchia, quella di San Giorgio Martire di Jerago con Orago (Varese). E a una scuola pubblica, la 'Orio Vergani' di Ferrara. Proprio le scuole sono state protagoniste invece esclusive di un secondo bando, quello per l'assegnazione dei tablet. Se li sono aggiudicati 83 istituti di varie zone d'Italia. Il più lontano, il 'Leonardo Da Vinci' di Ispica, provincia di Ragusa. Il 'Cadorna' di Milano, zona San Siro, utilizzerà per esempio venti tablet per cercare di insegnare agli studenti a fare 'coding'. Meno appariscenti gli altri beni mobili assegnati. Gli abiti e accessori dei 'field operators', il personale che presidiava le zone di Expo, andranno ad aiutare carcerati e loro familiari del penitenziario di Busto Arsizio. Abiti e accessori dei volontari andranno anche più lontano. La Fondazione Arché, per esempio, userà le borse di tela per fornire di zaini scolastici gli orfani seguiti da una missione di gesuiti nello Zambia. "Noi di Fondazione Triulza – ha detto il presidente Sergio Silvotti – non potevamo considerare 'Nutrire il pianeta' come uno slogan da abbandonare con la chiusura dell'Expo".