L'1 febbario pastori, allevatori e agricoltori di Coldiretti scenderanno in piazza a Cagliari contro il crollo del prezzo del latte. Nel mirino "la politica regionale sorda e insensibile" che "a parole dice che il settore è strategico per l'economia dell'Isola e poi accumula ritardi e non rispetta gli impegni". Al primo punto della vertenza che rompe un periodo di tregua, il prezzo del latte passato da 1,20 euro della campagna del 2015 ai 60-55 centesimi di oggi e la crisi del comparto ovino.
Per Coldiretti "non bastano la disponibilità della Giunta e di Raffaele Paci e gli intenti per il futuro, servono invece soluzioni urgenti perchè i buoi sono già scappati". Sono necessari per l'organizzazione almeno 40 milioni di euro in Finanziaria, "così da permettere alle aziende di rimanere a galla": si tratta di compensazioni minime per i costi di produzione se il latte fosse stato pagato 70 centesimi al litro. "Oggi il pastore sta producendo in forte perdita – spiega il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu, annunciando la protesta di piazza in una conferenza stampa – le abbiamo provate tutte e l'unico modo per farci sentire da questa politica sorda è quello di creare disagio ai cittadini: e di questo ci scusiamo".
"Pagando l'acconto sul prezzo del latte a circa 50-60 centesimi al litro rispetto ai 286,6 milioni di litri prodotti, vuol dire che sono andati in fumo per i produttori 130 milioni di euro in un anno nella commercializzazione del pecorino romano, mentre la perdita per i trasformatori è stata di circa 50 milioni – sottolinea il direttore Luca Saba – E non sono certo i produttori che devono umiliarsi a chiedere contributi diretti per non chiudere".







