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Milano o Roma, non cambia nulla: il Cagliari non subisce più goleade con le big. Ma perde, sempre con lo stesso risultato: uno a zero, e sempre con attenuanti. Con il Milan la rete del ko era arrivata a pochi minuti dal termine (rete di Bacca). Con la Roma il gol della sconfitta di Dzeko è stato molto contestato dai rossoblù. Rimangono i numeri: dei 26 punti in graduatoria solo quattro sono stati conquistati fuori casa.

Niente drammi comunque in casa Cagliari: come per la partita col Milan rimane il rammarico d'aver accarezzato l'idea del pari e di non essere riusciti a tornare a casa con un punto. Ma in classifica non cambia nulla: la distanza con la terzultima, Palermo, è rimasta a 16 lunghezze. L'unico che si è mosso, in coda alla classifica, è il Crotone. Rispetto al Cagliari che ne prendeva troppe la squadra ha cambiato registro. Ieri Rastelli ha scelto, come a San Siro, il 4-4-2 e Alves e compagni hanno retto bene l'impatto con la seconda in classifica tentando anche qualche sortita in avanti.

La "fregatura", e anche qui è facile l'analogia con la partita con il Milan, è arrivata da un episodio. Il tecnico, dopo il gol di Dzeko, ci ha anche provato: un trequartista (Joao Pedro) al posto di un mediano (Dessena), un attaccante (Sau) al posto di un trequartista (Farias) e un centrocampista (Faragó) al posto di un difensore (Pisacane). Esordio con il Cagliari e in serie A per Faragó. E secondo rosso nelle ultime due trasferte in pieno recupero: a Milano era toccato a Bruno Alves, ieri è capitato a Joao Pedro. Sarà un bel problema perché le squalifiche saranno due se si considera il giallo per il diffidato Barella. Se il mister non dovesse riuscire a recuperare Padoin e Di Gennaro sarà davvero emergenza. Ora squadra con la testa alla gara del Bologna. Con un obiettivo: cercare di far valere anche con i felsinei la legge del fortino Sant'Elia.