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Sono trascorsi ormai oltre sette anni, dall'agosto 2009, da quando i circa 250 lavoratori dell'Associazione regionale allevatori Sardegna (Aras) avevano creduto di avere ottenuto la sicurezza del posto fisso grazie alla legge 3 che disciplinava il loro passaggio all'interno dell'Agenzia regionale Laore.

Da allora, dopo numerose proteste e mobilitazioni, nulla è cambiato. Oggi, a fronte della nuova legge regionale per il superamento del precariato, i veterinari, agronomi e periti agrari di Aras sono scesi nuovamente in piazza per chiedere l'applicazione della legge. Una cinquantina di loro ha manifestato in via Roma davanti al Consiglio con lo striscione "Aras=schiavi di Laore; Assunzioni=perché noi no?", sollecitando un incontro con i capigruppo dell'Assemblea.

I dipendenti di Aras ricordano alla maggioranza che nella scorsa legislatura i capigruppo di centrosinistra, allora all'opposizione, avevano sollecitato l'assessore dell'Agricoltura perché fossero rispettati i tempi e i dettati della legge.

Secondo Roberto Piras, agronomo, "la Regione non sta attuando la legge, pur avendo licenziato le norme sul precariato, perché ci sono molti interessi di tipo politico, delle organizzazioni di categoria e sindacali. Le risorse per noi vengono stanziate sempre dalla Regione, 13,6 milioni di euro annui, che va all'Associazione allevatori". Walter Cattari, veterinario, ricorda che il provvedimento del 2009 è già passato nel 2012 al vaglio della Corte Costituzionale.