Dopo 70 anni di silenzio, le voci 'perdute' degli ebrei sopravvissuti all'Olocausto tornano a parlare al mondo, per raccontare l'orrore dei campi di concentramento. Le loro registrazioni, fatte dallo psicologo statunitense David Boder nell'estate del '46 in un campo profughi francese, sono state ritrovate dopo decenni di oblio negli archivi del Cummings Center presso l'Università di Akron, in Ohio: oggi rivivono in formato digitale, grazie ad uno speciale registratore d'epoca opportunamente rivisitato, che ha consentito di riascoltare per la prima volta i racconti e i canti dei sopravvissuti ai campi nazisti.
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Le voci perdute dell’Olocausto rivivono in digitale







