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"La risoluzione è stata sospesa, non ritirata, e se Gianfranco Congiu la definisce 'acqua fresca', allora lui ha scoperto l'acqua calda perché di ordini del giorno e mozioni ne abbiamo fatto tanti ma non sono mai serviti". Il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd), replica alle parole del capogruppo del Partito dei Sardi dopo la discussione, questo pomeriggio nel parlamentino, della risoluzione sugli accantonamenti disposti dallo Stato.

"In commissione – ha spiegato Sabatini – tutte le forze politiche si sono espresse in modo positivo sulla mia proposta, tutti eccetto il Partito dei sardi". Per questo motivo, ha chiarito, "lo stesso assessore al Bilancio, Raffaele Paci, mi ha chiesto di sospendere la risoluzione, non di ritirarla". Subito dopo la seduta, infatti, l'esponente Pds aveva espresso "apprezzamento per la decisione di Sabatini e aveva definito "acqua-fresca" la convocazione dei cosiddetti "stati generali" in Consiglio regionale (contenuta nel dispositivo della risoluzione) per discutere le iniziative da intraprendere nei confronti dello Stato". Congiu ha poi evocato una sentenza della Corte Costituzionale del 2015 che ha disposto l'illegittimità di una norma gemella emanata in tema di accantonamenti per la Valle d'Aosta.

In quel caso, ha argomentato, "la Corte ha stabilito che quando lo Stato non concorre al finanziamento della spesa sanitaria (è il caso della Sardegna) non può neppure dettare norme di coordinamento finanziario e quindi imporre accantonamenti, men che meno ripeterli e reiterarli negli anni". Di fronte a un tale precedente, ha sottolineato, "non si deve temporeggiare oltre ma aprire subito il confronto col Governo centrale perché riproporre alla Sardegna uno schema legislativo già severamente bocciato dalla Corte costituzionale è infatti oltraggioso, illogico e offensivo". Intanto, fa notare il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, "il dogma della vertenza entrate chiusa con successo è definitivamente caduto. I mirabolanti risultati annunciati dalla Giunta, di cui Forza Italia denuncia l'inesistenza già dal 2014, sono ora messi in discussione perfino dalla stessa coalizione di maggioranza".