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La stagione congressuale del Partito democratico della Sardegna si avvia nell'incertezza. Nel giorno in cui i tre candidati alla carica di segretario regionale – Giuseppe Cucca, Yuri Marcialis e Francesco Sanna – rendono pubbliche le loro mozioni, si profila lo slittamento del congresso, fissato inizialmente per il 19 marzo prossimo, che a questo punto potrebbe svolgersi in contemporanea con quello nazionale.

La decisione finale – sospensione, election day o votazioni separate – sarà decisa dalle due commissioni di garanzia, nazionale e regionale, che guidano il partito in questa fase di transizione.

Se le date dei due congressi fossero molto ravvicinate, un mese o meno, lo sforzo organizzativo chiesto alla Sardegna, ma anche alla Liguria e al Veneto, le altre due regioni in cui il Pd va al rinnovo, sarebbe enorme. "Una scelta quasi obbligata, quella dell'election day, per l'intreccio dei tempi", spiega Giacomo Spissu, portavoce dei Popolari-Riformisti, la componente più rappresentativa nel Pd sardo e che fa da ago della bilancia in questo congresso.

Domani, salvo impegni a Roma per il senatore Cucca e il deputato Sanna, si terranno gli incontri bilaterali da cui emergerà il sostegno ufficiale ad uno dei tre candidati. Nel frattempo, a nessuno dei tre piace l'ipotesi dell'accorpamento. "Questa mattina l'intendimento era di lasciare le cose ferme così – dice Cucca – tutto prosegue e i tempi non sono lunghi". Sanna frena: "capisco che per chi deve gestire la macchina organizzativa sia più semplice un'elezione unica, ma io preferirei tenerle separate. A me come candidato piacerebbe parlare del Pd con tutte le interazioni ma non davanti ad un referendum Renzi si o Renzi no".

"Nella mia mozione – spiega poi Marcialis – parlo di un Pd sardo federato e non è assolutamente una priorità essere allineati con il partito a livello nazionale. Senza contare che qui in Sardegna siamo da otto mesi senza segretario".