I tre candidati a segretario del Pd sardo hanno presentato le loro mozioni congressuali in vista dell'appuntamento del 19 marzo, se verrà confermata la data.
Si tratta dei tre documenti con i quali vengono esposti i punti essenziali del programma per la guida del partito. I documenti sono stati pubblicati sul sito del Pd della Sardegna. Il senatore Giuseppe Cucca (ex minoranza) punta tutto su quelle che chiama "connessioni democratiche" e propone di mettere al centro "la condivisione e la partecipazione quale metodo di lavoro per la ricerca delle soluzioni ai tanti problemi che affliggono la Sardegna.
Il Partito democratico, dato il suo ruolo di principale attore della scena politica regionale – scrive – ha il dovere di dare un messaggio di unità, di spostare l'attenzione dalle contrapposizioni interne verso i temi reali. Questo gli impone di riconnettersi al suo interno e con l'elettorato". Cucca guarda ad un "modello di partito dialogante, in costante rapporto con la realtà e con i bisogni dei cittadini: solo in questo modo è possibile recuperare la distanza tra la politica e la società".
Nei cinque capitoli in cui è suddivisa la mozione riprende il concetto di connettere la società, connettere i diritti, i territori, l'economia e il progresso. Il deputato Francesco Sanna (sostenuto dai Soriani) rimarca alcuni temi propri della governance del partito, soppesando i rapporti con gli altri partiti e con la Regione. "Abbiamo bisogno di unità. Ma non penso – spiega – che l'unità buona per il Partito democratico sia l'unanimismo senza attenzione ai contenuti delle proposte. Sarebbe sbagliato l'accordo tra gruppi dirigenti che trascuri iscritti ed elettori. L'unità vera la facciamo ascoltando le ragioni di tutti: nella sintesi, ma nella chiarezza sugli intendimenti". Secondo Sanna, bisognerebbe iniziare "a chiedere scusa per essere apparsi quelli sempre pronti e attivi nella discussione sui 'posti' nelle istituzioni e negli enti della Regione. In ritardo, distratti o assenti su questioni importanti. Con alcuni di noi in ruoli di responsabilità, anche se inadeguati a svolgere quei compiti. Con altri più bravi, altre volte lasciati ai margini, perché non accasati nella corrente giusta. Impariamo dagli errori. Oggi sappiamo che le soluzioni devono passare per una nuova 'connessione sentimentale' con il popolo sardo. Al quale ci rivolgiamo, consapevoli del fatto che da soli non andiamo da nessuna parte".
L'assessore allo Sport del Comune di Cagliari, Yuri Marcialis (Traversata e parte della sinistra dem), lancia la sua sfida "per un partito democratico sardo autonomo, di sinistra. Vogliamo fare un congresso regionale di idee, e non di conte, per ridefinire il nostro profilo di forza autonomistica e per uscire dalla gravissima crisi in cui il gruppo dirigente, espresso dal precedente congresso, ha precipitato il partito – denuncia – Il partito deve dialogare con l'amministrazione regionale con forza e autorevolezza ricostruendo una dialettica corretta ma incalzante, promuovendo un confronto inteso come motore per costruire politiche efficaci, con al centro dell'azione di governo la lotta alle povertà e alle molte diseguaglianze".