Sarà la perizia del consulente nominato oggi dalla Corte d'assise d'appello di Sassari, il medico legale veneziano Sergio Lafisca, a stabilire se il detenuto Marco Erittu – trovato morto nella sua cella di San Sebastiano il 18 novembre 2007 – si sia ucciso o sia stato ammazzato.
Per la sua morte sono tre imputati a giudizio. L'esperto dovrà chiarire i molti dubbi sui quali accusa e difesa si sono sempre scontrate in primo grado ed in appello, analizzando gli esiti dell'autopsia eseguita subito dopo la morte di Erittu, le perizie e le controdeduzioni precedenti, i rilievi tecnici dei carabinieri di Sassari, le foto della cella, del letto e della striscia di coperta che il detenuto aveva attorno al collo.
Nella prossima udienza del 27 giugno sarà prodotta la perizia. In giudizio il pg Giancarlo Moi aveva chiesto l'ergastolo per i tre imputati: Pino Vandi, detenuto all'epoca dei fatti, accusato di essere il mandante dell'omicidio di cui sarebbe esecutore materiale Giuseppe Bigella, reo confesso, Nicolino Pinna, anch'egli allora detenuto a San Sebastiano, che avrebbe reso credibile la messinscena del suicidio di Erittu, e Mario Sanna, agente di polizia penitenziaria, che avrebbe favorito l'ingresso dell'omicida nella cella d'isolamento dove Erittu si trovava in seguito a un atto di autolesionismo.
Altre due guardie carcerarie, Giuseppe Sotgiu e Gianfranco Faedda, sono accusati di favoreggiamento: per loro la procura generale ha chiesto rispettivamente un anno e sei mesi di reclusione.







