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Il centrosinistra italiano cambia profilo e quello sardo si adegua. Il neonato movimento Articolo 1 – Democratici Progressisti e quello che vedrà ufficialmente la luce l'11 marzo, il Campo Progressista di Giuliano Pisapia, fanno breccia innanzitutto sugli ex Sel.

Il consigliere regionale Francesco Agus e il senatore del gruppo Misto Luciano Uras, hanno già aderito all'operazione lanciata a dicembre dall'ex sindaco di Milano e, tra gli altri, dal sindaco di Cagliari Massimo Zedda.

Sempre più vicini al Campo Progressista anche gli esponenti del Centro Democratico, il deputato Roberto Capelli e la consigliera regionale Anna Maria Busia (che potrebbe costituire un gruppo consiliare con Agus). Prendono la strada dei Dp, invece, gli altri consiglieri di Sel: Daniele Cocco, Eugenio Lai e Luca Pizzuto. "Osserviamo con interesse e speranza la creazione del Movimento Democratico e Progressista, con cui abbiamo avviato già interlocuzioni", ha detto Cocco.

I tre sono anche vicini a lanciare un nuovo gruppo consiliare, al quale potrebbero aderire anche Raimondo Perra (Psi) e Paolo Zedda (Rossomori). Al movimento fondato dai fuoriusciti del Pd ha già aderito ufficialmente il deputato Michele Piras, anche lui ex Sel e per un periodo esponente di Sinistra italiana.

"Vogliamo aprire un cantiere ampio e qui in Sardegna rivolgerci a tutti, valorizzando le specificità politiche e culturali, lavorando a una proposta innovativa sulla questione sarda, contribuendo a cambiare e rilanciare l'azione del governo regionale, oggi in forte crisi di azione e di consenso", ha spiegato. Un discorso a parte merita il caso di Yuri Marcialis, assessore dello Sport del Comune di Cagliari, ma soprattutto in corsa alle primarie del Pd per il congresso sardo del 30 aprile. Subito dopo la nascita dei Democratici Progressisti, Marcialis ha ammesso la necessità di "verificare se esistono ancora le condizioni che hanno portato alla mia candidatura. Stiamo facendo incontri nei territori per capire gli umori della sinistra ed ex Ds al quale ci riferiamo. E' chiaro che "se le condizioni non esistono più, allora ne trarremo le conseguenze".