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A poche settimane dalle celebrazioni organizzate per i 60 anni dei trattati europei di Roma il Presidente della commissione europea Jean Claude Juncker presenta il “Libro Bianco per l’Europa” il documento con cui la Commissione Europa intende  tracciare un nuovo corso per il rilancio dell’Unione Europea post Brexit. Quello che emerge dalla lettura del documento è che davanti ai disastro sociale causato dalle politiche economiche dell’Unione Europea il libro bianco propone come soluzioni le stesse politiche economiche che l’hanno determinato. 
 
Se all’Europa serve un’economia più inclusiva la soluzione proposta è una maggior competitività tra le persone e tra gli Stati! 
Se prima si auspica una maggior ricerca in ambito sanitario poi si affretta a ribadire che non ci sono i soldi per garantire a tutti un adeguato  sistema di protezione  sociale.
Ed ancora nel libro bianco si riconosce come dal punto di vista occupazionale l’Europa oggi disponga della fascia di lavoratori più istruita che  abbia mai avuto nella storia ma la soluzione che propone è un maggiore sviluppo delle competenze;
Infine  davanti al dramma della disoccupazione Juncker nel suo libro bianco sfoggia la candida ammissione che  l’Unione Europea non può fare nulla perché la disoccupazione è un problema dei soli Stati membri. 
 
Dimentica Juncker che la disoccupazione è la peggior delle conseguenze dovute alle politiche  di austerità dell’Eurozona. E dimentica Juncker che la disoccupazione è una deliberata e consapevole scelta politica dell’Unione Europea che, dovendo garantire la stabilità dei prezzi, decide di farlo imponendo agli Stati Membri di mantenere il proprio tasso di disoccupazione sopra un valore considerato come naturale dalle scelerate logiche liberiste per non innescare processi inflazionistici. Per L’Italia questo folle numero è circa l’11%!!
Il libro si rivela dunque come il libro delle contraddizioni emblema di un Europa che, nata come sogno di pochi, si è rivelata un incubo per tutti.