I nuovi 11 criteri di trattamento e accesso ai farmaci innovativi per i malati di epatite C, ridefiniti dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), rappresentano, "se confermati, una decisione storica di portata mondiale, perchè saremmo uno dei primi Paesi al mondo ad eliminare ogni limitazione di accesso alle cure". Ivan Gardini, presidente dell'associazione dei pazienti con epatite e malattie del fegato Epac onlus, plaude alla decisione dell'Aifa che ieri ha pubblicato i criteri di trattamento per la terapia dell'Epatite C cronica, pur sottolineando di attendere "ulteriori conferme". "In realtà – spiega Gardini – abbiamo chiesto dei chiarimenti all'Aifa in relazione ad alcuni dei criteri, in particolare il 7 e l'8. Infatti, sicuramente si prevede un allargamento sostanziale della platea dei pazienti che possono essere messi in lista per ottenere le nuove terapie, ma quello che avevamo chiesto è l'accesso per tutti i pazienti e la caduta di tutte le restrizioni. Per questo abbiamo interpellato l'Aifa, che ci ha rassicurato in merito alla possibilità per tutti i pazienti di accedere alle liste di attesa senza limitazioni". E' però chiaro, precisa, "che nelle liste di attesa la priorità sarà data ai malati più gravi". Ora, "attendiamo che l'Aifa riformuli i criteri non chiari, ma se la decisione è confermata ciò significherà finalmente porre fine ai 'viaggi della speranza' all'estero". Apprezzamento e pieno sostegno ad Aifa per i nuovi criteri elaborati nell'ambito del Piano di Eradicazione dell'infezione da HCV in Italia, e che "consentiranno finalmente di estendere l'uso dei nuovi farmaci a tutti i pazienti che ne abbiano l'indicazione clinica, e non solo ai casi più gravi", arrivano anche dal presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, Roberta Chersevani. Gli 11 nuovi criteri, "già operativi – sottolinea – consentiranno di trattare, secondo le stime dell'Aifa, 240mila pazienti in tre anni". I criteri, ha chiarito la stessa Agenzia, "saranno implementati nei Registri di Monitoraggio Aifa, che tracceranno la gestione della terapia dei singoli pazienti da parte dei Centri prescrittori individuati dalle Regioni". Attualmente, i malati di epatite C diagnosticati in Italia sono tra 200-300mila e sono già stati messi in terapia con i nuovi farmaci circa 70mila pazienti. Resta il problema dei costi delle nuove terapie, a carico totale del Servizio sanitario. Proprio per raggiungere dei prezzi "congrui", è in corso una trattativa tra Aifa e le aziende produttrici. Se non sarà raggiunto un accordo, il direttore generale Aifa, Mario Melazzini, pur come 'extrema ratio', ha annunciato la possibilità di applicare gli accordi internazionali per la cosiddetta "licenza obbligatoria", che permette a uno Stato, in situazioni di emergenza per la salute pubblica, di poter produrre il farmaco generico, ad un prezzo inferiore, pagando una royalty alla casa farmaceutica. Quanto ai due super-farmaci prodotti dall'azienda Gilead, se non verrà raggiunto un accordo nei prossimi giorni, tali farmaci potrebbero andare in fascia C, ovvero a carico del cittadino. I 'super farmaci' sono in grado di portare alla guarigione entro 3-6 mesi. Acquistabile in India a 600 euro, il costo di un trattamento completo per il Sistema Sanitario italiano si è abbattuto, negli ultimi mesi, da 70mila a 13mila euro. Non ancora abbastanza, tuttavia, per garantire la piena sostenibilità economica.
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Epatite C, pazienti: con nuovi criteri cure per tutti malati
