Dopo il ritiro di Yuri Marcialis (approdato nel Movimento Articolo 1 – Democratici Progressisti) resta incerta la partecipazione della minoranza di sinistra del Pd sardo al Congresso regionale con propri candidati. Le correnti Sinistra Autonomista e Federalista e La Traversata hanno diffuso oggi una nota politica in cui ribadiscono la volontà di partecipare al congresso, in attesa della decisione, prevista per domani, della commissione nazionale di garanzia presieduta da Gianni Dal Moro.
"La partecipazione è un diritto da riconoscere per ragioni politiche prima ancora che regolamentari – spiega il documento – diamo atto a quanti nella Commissione congressuale regionale si sono pronunciati positivamente; spiace che una parte della stessa Commissione nei fatti ostacoli la partecipazione. Una questione che avrebbe dovuto essere risolta subito in via politica, nell'interesse dello stesso partito sardo, è oggetto di rinvio a sedi nazionali, fatto incoerente per un partito che si definisce autonomo. Noi intanto confermiamo la volontà di partecipazione al congresso regionale, vorremmo farlo con coerenza politica sostenendo una piattaforma e un candidato/a alla segreteria regionale con un netto profilo di sinistra. Non sono utili né gli unanimismi di facciata né le aggregazioni con contenuti politici indistinti. Servono chiarezza e dialettica costruttiva.
Per l'Italia e per la Sardegna è necessario che il PD modifichi piattaforma e leadership ascoltando il popolo del centrosinistra e gli elettori che si sono espressi in modo fortemente critico nelle elezioni amministrative e nel recente referendum, per ragioni di merito della linea politica praticata e non certo per insufficienza di comunicazione, semmai straripante, come in modo auto assolutorio sostiene Matteo Renzi nell'assemblea del Lingotto. In coerenza con questo obiettivo, sebbene allo stesso possano essere rivolti rilievi critici, al congresso nazionale sosterremo Andrea Orlando". "I candidati alla segreteria regionale del PD sardo -prosegue la nota – sono entrambi di orientamento renziano, scelta rispettabile e che noi rispettiamo. Ma in Sardegna abbiamo necessità di una netta discontinuità politica, lo richiede innanzitutto l'esito del referendum che in Sardegna ha registrato il 73 per cento di NO. Quale che sia la risposta sulla partecipazione al Congresso, continuerà la nostra attività politica. I referendum promossi dalla Cgil in difesa dei diritti dei lavoratori costituiscono un terreno di lavoro comune della sinistra sociale e politica, dentro e fuori il PD, cui dedicare in questa fase l'impegno prioritario".