Le imprese turistiche della Sardegna prevedono un aumento degli arrivi nel 2017, soprattutto grazie alla crescita della domanda straniera. Ma siamo alle solite: l’invasione si concentrerà sulle coste e nel periodo estivo. C’è un dato negativo: la riduzione della durata media della visita in Sardegna e della spesa sul territorio dei vacanzieri. E’ quanto emerge da un’indagine della Cna Sardegna su un campione di 109 imprese del settore.

Nel 2016 la quota di clienti internazionali è salita sino al 26%. E la stagione in corso dovrebbe confermare questa tendenza. L’analisi della Cna sottolinea che non è aumentata solo la presenza straniera: cresce – a detta degli operatori – anche l’insofferenza verso la politica e le istituzioni regionali e statali. Morale della favola: le imprese sentono di essere sole. Al contrario gli imprenditori isolani sentono sulle proprie spalle l’onere di determinare le sorti del settore turistico sul territorio e assegnano un ruolo centrale agli istituti di credito che finanziano direttamente le loro attività e alle associazioni che li supportano attraverso iniziative di vario genere. Meno di un terzo delle imprese intervistate ha partecipato a progetti promossi dalla Regione o da organismi nazionali o europei. Il 71% delle imprese intervistate gestisce un proprio sito web, il 44% è attiva sulle piattaforme social e il 35%, utilizza gli strumenti tipici della sharing-economy. Il 26% delle imprese intervistate indica come prioritario il supporto nel promuovere l’innovazione.

Tra le altre richieste il miglioramento del sistema dei trasporti e interventi sul paesaggio urbano. Infine benessere e salute sono indicati come gli ambiti nei quali l’Isola potrebbe essere più competitiva, seguita dal turismo storico archeologico e da quello sportivo. “Lo scenario – spiega la Cna – rispecchia le criticità attuali: forte stagionalità, scarsa mobilità   sul territorio, spesa concentrata nelle strutture e viaggio, riduzione della permanenza media”.