Adiconsum diffida il Gestore Unico e inizia la procedura inibitoria ex art. 140 del Codice del Consumo, chiedendo la cessazione immediata delle pratiche commerciali ritenute scorrette.

“Abbanoa S.p.A. fa un utilizzo illegittimo, distorto ed abnorme, del decreto emanato dal Ministro dell’Economia e della finanza in data 30 dicembre 2015, con il quale è stata autorizzata alla riscossione dei propri crediti mediante ruolo – dichiara il portavoce di Adiconsum – il Gestore, infatti, anziché limitarsi a formare il ruolo sulla scorta dell’ingiunzione di pagamento e ad trasmetterlo all’Agente della riscossione, utilizza l’ingiunzione per promuovere azioni esecutive secondo le modalità previste dal codice di procedura civile, con ciò esercitando una potestà che non le appartiene e ponendo in essere un atto di abuso”.

“Sono ormai tristemente famosi i pignoramenti delle somme in giacenza presso conti correnti bancari o postali che hanno posto in ginocchio numerose famiglie ed imprese. Sono stati riscontrati casi in cui Abbanoa S.p.A. ha falsamente attestato nella premessa dell’ingiunzione che ‘è stata accertata l’assenza di cause ostative (reclami, contestazioni, conciliazioni etc.) alla riscossione del credito’. Altrettanto falsamente ha attestato che lo stesso credito ‘è certo, liquido, esigibile e riscuotibile coattivamente’. In taluni casi, infatti, l’ingiunzione di pagamento è stata emessa in pendenza di reclamo e/o di procedura di conciliazione o comunque in presenza di credito oggetto di contestazione – e conclude – Adiconsum ritiene che in questa attività si possano configurare pratiche commerciali scorrette per cui, così come previsto dall’art. 140 del Codice del Consumo, ha provveduto a diffidare il Gestore Idrico intimando l’immediata cessazione del comportamento ritenuto lesivo dei diritti dei consumatori. L’Associazione ritiene inoltre, che in tale modo di operare si possa integrare ipotesi di reato e per ogni opportuna verifica ha segnalato il caso a diverse Procure della Repubblica presso i Tribunali della Sardegna. Segnalazioni del medesimo tenore sono state inoltrate agli organismi di vigilanza e di controllo e alla Procura Regionale della Corte dei Conti”.

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