Il 15 luglio 2017, con la pubblicazione del prescritto avviso sulla Gazzetta ufficiale, è stata avviata la procedura di valutazione ambientale strategica (V.A.S.) relativa al Programma Nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi.
Il termine ultimo per intervenire nel procedimento è fissato al 13 settembre 2017 e il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus comunica che “interverrà certamente con un proprio atto di ‘osservazioni'”.

“Diverse Regioni (Puglia, Toscana, Lombardia, Molise, Emilia-Romagna, Abruzzo, Marche) e Agenzie ambientali (es. A.R.P.A. Toscana, A.R.P.A. Abruzzo, Autorità di bacino per il Po) hanno espresso i loro pareri già in fase di scoping, La Regione Lombardia ha già depositato il proprio parere definitivo. La Regione autonoma della Sardegna finora non ha detto nulla – afferma il portavoce del Gruppo – il termine della procedura complessa prevista dal Governo in qualche parte del territorio sarà individuato il sito unico nazionale per le scorie radioattive, dove i 90 mila metri cubi di materiali radioattivi (residui del ciclo energetico delle centrali nucleari dismesse, rifiuti industriali, residui di attività mediche, ecc.) devono esser custoditi a lungo termine in estrema sicurezza. Mezza Italia è in fibrillazione”.

“Da un lato sono emerse opposizioni preventive, come in Sardegna, dove sussistono fortissime ragioni di ordine ambientale, sociale, economico e dove la popolazione si è già espressa (2011) in maniera netta contro ogni ipotesi di ubicazione di centrali nucleari e siti di deposito delle scorie radioattive – e conclude – d’altro canto sono emersi sconcertanti dubbi riguardo le valutazioni preventive dei possibili siti individuati per il deposito nazionale delle scorie radioattive: è vero o no che l’Istituto di Geofisica e Vulcanologia (I.N.G.V.) non sarebbe stato coinvolto?”.