“Mi dispiace di aver tradito la fiducia di chi mi è stato vicino e mi ha supportato. Non volevo fare nulla di male: solo trascorrere del tempo con la mia compagna”. E’ quanto dichiara Giuseppe Mastini, l’ergastolano noto col nome di Johnny Lo Zingaro, fuggito a fine giugno dal carcere di Fossano (Cuneo) e ripreso dalle forze dell’ordine il 25 luglio, dopo una fuga durata un mese. “Mi spiace – aggiunge attraverso il suo legale, Enrico Ugolini – di aver deluso la mia psicologa, il magistrato di sorveglianza, il personale di polizia giudiziaria e tutti quelli che hanno creduto in me”. Mastini, come tutti i giorni, era uscito il 30 giugno dal carcere di Fossano per recarsi al lavoro alla scuola di polizia penitenziaria di Cairo Montenotte, al confine tra le province di Cuneo e Savona. Da lì aveva fatto perdere le sue tracce. Quando è stato arrestato era in un appartamento di Taverne d’Arbia, in provincia di Siena, dove si era nascosto con la sua compagna.
“Il mio cliente è in carcere da una vita. Ha fatto un percorso di recupero e ha detto e dimostrato di voler cambiare vita. Non è pericoloso: basta analizzare le dinamiche della sua fuga. Una fuga fatta per amore”. Lo afferma all’ANSA l’avvocato Enrico Ugolini, legale di Giuseppe Mastini, l’ergastolano Johnny lo Zingaro evaso alla fine di giugno dal carcere di Fossano (Cuneo) e arrestato dopo un mese dalla polizia. Una fuga, l’ennesima, che non fa cambiare idea a lui e al difensore: “Siamo d’accordo, chiederemo la grazia”. Mastini era stato arrestato la prima volta il 24 marzo 1987, a soli 15 anni, per aver ucciso con un suo coetaneo il tranviere Vittorio Bigi, dopo una rapina finita male. “I due giovani all’epoca avevano confessato per poi ritrattare. E una perizia li aveva definiti incapaci di intendere e di volere”, spiega l’avvocato. “Lui continua a dirsi innocente”. Di tutti i reati di cui è accusato – omicidi, sequestri di persona, furti e rapine – Mastini ha ammesso soltanto l’omicidio della guardia Michele Giraldi, durante una sparatoria a Roma nel 1987. Johnny lo Zingaro era stato anche coinvolto, e poi scagionato, nell’inchiesta sulla morte di Pier Paolo Pasolini.







