Porta a Sassari la pista investigativa sulla lettera con quattro cartucce recapitata nella sede del Consiglio regionale della Sardegna, in via Roma a Cagliari. Bersagli della pesante intimidazione, con i cognomi scritti a pennarello sui bossoli – e per questo di difficile lettura – il governatore Francesco Pigliaru e altri tre politici: Sanna, probabilmente riferito al sindaco di Sassari Nicola Sanna; Carbini, potrebbe essere Gianni, ex vice di Sanna e già assessore all’Urbanistica; Letta, Gianni o Enrico, esponenti nazionali, oppure Gaetano Ledda, consigliere sassarese de La Base.
Per gli investigatori della Digos ci sono molte somiglianze con una analoga lettera arrivata il 14 agosto scorso al Comune di Sassari, proprio il giorno della Faradda dei Candelieri, la processione religiosa più importante e sentita dalla popolazione. All’interno, anche in questo caso, quattro cartucce e l’indicazione, sempre a pennarello sui bossoli, di quattro cognomi: Ganau, Spissu, Oppi, Zedda e Fornero, riferiti rispettivamente all’attuale presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, all’ex Giacomo Spissu, al segretario dell’Udc in Sardegna Giorgio Oppi, al sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, e all’ex ministro del Lavoro Elsa Fornero.
Le due lettere hanno una busta uguale, stesso tipo di scrittura del mittente, sia sulla busta che sulle stesse cartucce. La stessa mano, suggeriscono gli inquirenti. Su questi elementi si stanno concentrando le attività investigative per cercare possibili collegamenti e soprattutto le ragioni che hanno portato alle minacce. Se si esclude il gesto di un mitomane, tutto spinge nella direzione dell’attività politica svolta in questi ultimi mesi dalla Giunta Pigliaru, ma anche dal Consiglio. Con Sassari epicentro: la maggior parte dei politici citati è infatti sassarese.
Certo è che i temi caldi in vista della ripresa autunnale non mancano: dalla riorganizzazione della rete ospedaliera alla nuova legge urbanistica, dalla crisi delle campagne alla gestione dei migranti.