Arsenico, mercurio, cadmio e altri metalli nel tratto di strada della Carlo Felice da Sardara a Sanluri ribattezzato “sarcofago della morte”. Lo hanno ribadito associazioni e movimenti impegnati nella difesa dei diritti dei sardi.

Un centinaio di persone questa mattina si è dato appuntamento al chilometro 51 e ha voluto ricordare con un presidio ed una marcia i pericoli legati alla presenza di veleni. Tutta colpa – hanno sottolineato i promotori della manifestazione (Libe.r.u, Sardigna Natzione Indipendentzia, Sardigna libera, Rossomori, Associazione Sardos, assemblea permanente Villacidro, Comitato per la salute e la qualità della vita San Quirico Tiria) – della cava di Santu Miali a Furtei per la miniera d’oro. “700 mila tonnellate di materiali contenenti arsenico, mercurio, cadmio e altri metalli pesanti – hanno sottolineato – vennero prelevate e ammassate sotto il manto della superstrada.

Col tempo gli sversamenti sono diventati sempre più evidenti e invasivi, spargendosi per tutta l’area dove si trovano campi coltivati e aziende agricole”. I partecipanti hanno chiesto di non dimenticare. E di agire. “Questo problema – ha detto Pierfranco Devias, segretario nazionale di Libe.r.u – si sta trascinando di Giunta in Giunta. Noi vogliamo riportare attenzione e chiedere alla Regione la messa in sicurezza. In particolare, all’assessorato dell’Ambiente chiediamo rassicurazioni e spiegazioni sulla situazione sanitaria ed ecologica. Con tempi certi di interventi e bonifica”.