“Apprendiamo dall’autorevole voce del ministro Franceschini che la Sardegna ha smesso di essere una Regione ad Autonomia speciale per diventare una Regione ad Autonomia limitata: i sardi, così come vengono visti nei Palazzi romani, sono un popolo semisviluppato, ancora incapace di autogovernarsi attraverso le proprie istituzioni democratiche e pertanto da sottoporre alla paternalistica tutela dell’esecutivo nazionale e dei suoi luogotenenti coloniali in terra isolana”, lo ha dichiarato il capogruppo dei Riformatori Sardi per l’Europa in Consiglio regionale, Attilio Dedoni.
“Capita così di scoprire che i post dei burocrati romani sui social network hanno molto più peso di una legge approvata dai rappresentanti del popolo sardo, i quali devono chinare il capo ed ubbidire come accadeva ai tempi delle varie dominazioni che si sono succedute nel corso della nostra storia – ha precisato Dedoni -. Il silenzio del presidente Pigliaru la dice lunga: sono la Giunta regionale e la maggioranza di centrosinistra, con l’atteggiamento subalterno nei confronti del Governo e delle segreterie di partito che hanno tenuto fin dall’inizio della legislatura, i responsabili di questo stato di cose. L’aver rinunciato a rivendicare le quote erariali che ci sono dovute ai sensi dell’art. 8 dello Statuto ha spalancato le porte ad ogni possibile sopruso.
L’aver accettato passivamente, se non con entusiasmo, tutte quelle misure di razionalizzazione e di taglio indiscriminato dei servizi pubblici sul territorio pensati solo per fare cassa, dalla scuola alla sanità, sulle quali la Regione ha applicato senza alcuna discussione dei parametri statali del tutto inadeguati per la nostra realtà, passando per i trasporti, gli uffici postali, i presìdi delle Forze dell’ordine e dei Vigili del fuoco, le sedi giudiziarie, le Camere di Commercio e così via, ha fatto il resto”.







