C’è anche un outsider tra le 46 città candidate per diventare capitale italiana della Cultura 2020: Oristano, con la sua storia millenaria legata al Giudicato di Arborea e in particolare alla figura di Eleonora che ebbe il merito di aggiornare la Carta de Logu. Outsider solo perché l’attuale amministrazione di centrodestra guidata da Andrea Lutzu si è insediata meno di tre mesi fa e ha avuto poco tempo per lavorare sul bando del ministero della Cultura.
Ad ogni modo, le scadenze sono state rispettate, compresa quella di oggi a mezzogiorno che prevedeva la conferma dell’adesione: Oristano ha depositato il dossier di candidatura con il programma delle attività culturali previste, la struttura incaricata del progetto, una valutazione di sostenibilità economico-finanziaria dell’iniziativa, gli obiettivi e gli indicatori che verranno utilizzati per la misurazione del loro conseguimento. “Ci abbiamo lavorato alacremente e con grande impegno – spiega all’ANSA il sindaco Lutzu – la decisione di partecipare era stata presa da chi ci ha preceduto, noi abbiamo scelto di cogliere l’occasione”.
Del resto, argomenta, “se anche non si vincesse resta il lavoro fatto, una grande opportunità per programmare le attività culturali della città”. Ciò detto, “si partecipa per ottenere il massimo del risultato”. Sul contenuto del dossier presentato – e che sarà valutato da una giuria di sette esperti nel settore delle arti e della valorizzazione territoriale e turistica – non è possibile entrare troppo nel dettaglio. Ma, dice comunque l’assessore della Cultura Massimiliano Sanna, “si tratta di un programma che coinvolge chi fa cultura nel territorio a livello pubblico e privato, anche nei comuni limitrofi, perché l’idea è di lavorare come ambito territoriale. In realtà abbiamo proprio aperto un tavolo di idee su tutto ciò che abbiamo intenzione di fare per il 2020”.
Oristano dovrà vedersela, tra le altre partecipanti, con Nuoro che ha approntato una piattaforma web dedicata alla raccolta di idee e progetti e ha già svolto incontri pubblici ad agosto. “E’ vero – ammette la deputata dem oristanese, da dieci anni membro della commissione Cultura alla Camera, Caterina Pes – il capoluogo barbaricino ha tutte le carte in regola per avere successo, ma Oristano non è certo da meno. Sarei felicissima se la città potesse riuscire, sarebbe il riconoscimento per la sua storia nobilissima, per quella del giudicato di Arborea che ha condizionato per secoli la storia culturale della Sardegna”.







