”Tre tappe spettacolari”: così Mario Vegni, direttore del Giro d’Italia, ha descritto le corse che il 4-5-6 maggio 2018 vedranno l’avvio della 101/a edizione della gara in Israele, prima volta fuori d’Europa. La prima tappa è una cronometro individuale di 10 chilometri che si svolgerà a Gerusalemme.
”Una frazione – ha spiegato Vegni – fatta di curve e saliscendi senza respiro per i corridori e che dalla Città Vecchia lambirà le zone moderne di Gerusalemme per poi rientrare a ridosso delle antiche mura”.
” La seconda partirà da Haifa per arrivare a Tel Aviv: 167 chilometri dal monte Carmelo, passando per Akko, Zichron Yaakov e Cesarea”. Infine la 3/a, la più lunga, che da Beer Sheva arriverà fino ad Eilat per 226 chilometri”.
Ma le polemiche non si fanno attendere e numerose sono le lamentele che vengono postate anche della pagina fan ufficiale del Giro d’Italia.
“Gli organizzatori del Giro d’Italia in Asia non possono ignorare a quale disegno essi stanno offrendo sostegno, iI 4 milioni di € che Israele destina solo ad essi per la realizzazione di questa strana partenza del Giro, non possono bastare per giustificarlo”, annunciano polemicamente i gruppi che si oppongono a questa scelta.
“La stampa italiana, dando l’impressione di alquante incertezza ed improvvisazione, ha sfornato in successione diverse motivazioni “ideali”: pace religiosa ed abbraccio Gerusalemme-Roma, commemorazione di Bartali uomo “giusto”, anniversario della fondazione d’Israele , quest’ultima appare la più solida e consistente”… “ Non è certo la pace che si celebra se i comportamenti e le scelte sono di palese spregio verso la popolazione che vive da secoli a Gerusalemme, quella palestinese, né il povero Bartali sembra la figura intorno alla quale sia stato costruito l’evento, tardivamente tirato in ballo con motivazioni che suonano pretestuose”, incalzano.
“La ricorrenza dell’anniversario d’Israele appare la più pertinente, ma l’impressione è che le motivazioni reali restino non espresse ed abbiamo molto più a che vedere con l’obiettivo d’intensificare i rapporti con altri paese e la loro – società civile- e, nello specifico, quella italiana, intrecciare sempre più diffusamente e strettamente le manifestazioni sportive, come sembrano confermare le parole di uno dei portavoce del ministro dello sport israeliano Miri Regev che dice: “Siamo veramente orgogliosi di poter ospitare in Israele qualsiasi evento internazionale e quindi anche il Giro d’Italia, che è una competizione molto importante, con i migliori corridori del mondo al via”.
“Quindi una scelta culturali con l’idea di sminuire i gruppi di – Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele – con la diffusione di un’immagine positiva e di sentimenti amichevoli e rapporti d’interessi economici, tutto all’insegna dell’occultamento dei diritti negati della popolazione palestinese e della sua stessa esistenza”…” A questo serve la partenza del Giro d’Italia da Gerusalemme”, conclude la nota