Dieci anni di contratti sottoscritti, impugnati e poi annullati, fino all’ultimo atto, la sentenza pronunciata dal Tar Sardegna che ha cancellato il Project Financing di Nuoro, la maxi commessa da un miliardo di euro per la sanità barbaricina. Nel mezzo inchieste e persino la pronuncia dell’Anticorruzione di Raffaele Cantone. Il Project Financing nasce il 22 agosto 2007 con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, da parte dell’Asl di Nuoro, di una procedura per l’affidamento in concessione di una serie di interventi: ristrutturazione e completamento dei presidi ospedalieri San Francesco e Cesare Zonchello di Nuoro, San Camillo di Sorgono e dei presidi distrettuali di Macomer e Siniscola, nonché “ampio global service” per la fornitura di un vasta gamma di servizi, dal portierato al cup all’assistenza ai malati, ma anche la gestione degli spazi commerciali dei presidi stessi.

La concessione viene affidata il 31 marzo 2008, con determinazione dell’allora direttore dell’Asl Franco Mariano Mulas, alla multinazionale Cofatech Servizi (poi diventata prima Coffely e dopo ancora Engie) capofila di una rete di imprese. Il rapporto aveva una durata di 27 anni e prevedeva la spendita di quasi un miliardo di ero. Il 4 luglio 2008 si costituisce il Polo Sanitario Sardegna Centrale Società (Pssc), subentrato in tutti i rapporti connessi alla concessione. Nel 2011 arrivano i primi guai giudiziari: tutti gli atti di gara dell’appalto sulle pulizie dei presidi ospedalieri vengono impugnati davanti al Tar dalla società Polish House – all’epoca affidataria del servizio – rimasta esclusa dal nuovo appalto andato invece alla Derichebourg.

La Polish House contesta l’utilizzo del sistema di affidamento. I giudici amministrativi, con sentenza del 9 febbraio 2011, danno ragione alla Polisch house e cancellano il Project Financing ritenendo il suo contratto originario “stipulato in frode alla legge”, non essendovi in capo alla società concessionaria dell’appalto il rischio di impresa. Tutta si ribalta in appello, quando il Consiglio di Stato, nel 2012, annulla la sentenza del Tar, perché nel frattempo era subentrato un accordo con la società ricorrente, resuscitando il Project Financing, che da allora in poi, però, finisce nell’occhio del ciclone. Si muove la politica. In un’interrogazione parlamentare del 2015 del M5s e una successiva interpellanza della consigliera regionale del Centro Democratico Anna Maria Busia, il Project viene definito “un grande imbroglio”. L’accelerata arriva con il commissario straordinario della Asl di Nuoro Mario Palermo, che invia gli atti al presidente nazionale dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone.

Il 31 agosto 2016 escono con una delibera i rilievi dell’Authority: il contratto originario del Project Financing è illegittimo perché “il rischio imprenditoriale è riposto interamente sul pubblico”. Forte di questo giudizio, il commissario della Asl annulla in autotutela “gli atti e i provvedimenti che hanno condotto all’instaurazione del rapporto contrattuale con il Polo sanitario della Sardegna centrale (Pssc)”. I concessionari reagiscono e presentano ricorso al Tar, ma i giudici danno loro torto mettendo la pietra tombale sulla maxi commessa. Già annunciato da parte del Pssc un nuovo ricorso al Consiglio di Stato. Il Project finisce anche sotto la lente della Direzione distrettuale Antimafia di Cagliari: siamo nel maggio 2016 e l’inchiesta è ancora aperta. Tre i nomi iscritti nel registro degli indagati: Danilo Migliorini, direttore del Pssc, Lazzaro Luce, ex amministratore della Derichebourg, la società che nel progetto di finanza dell’Asl si è occupata di pulizie, ritiro rifiuti, portierato e tanto altro ancora, e Giuseppe Calvia, consulente della stessa società. La Derichebourg ha decine e decine di dipendenti: con l’annullamento del Tar, tutti ora tremono.