“La modalità di attuazione delle politiche di reimpiego nei Comuni dei lavoratori dell’area Parco Geominerario provenienti dall’ex bacino Ati-Ifras, rischia di trasformarsi in una polpetta avvelenata in mano agli stessi Comuni”. Lo denuncia il sindaco di Sant’Antioco ed esponente di Forza Italia, Ignazio Locci, secondo il quale gli enti locali che “vorrebbero dare una mano d’aiuto a queste maestranze espulse dal mondo del lavoro, si trovano a fare i conti con una disciplina ferrea che limita gli spazi finanziari a disposizione delle amministrazioni comunali”.
Locci spiega che gli enti locali avranno “gravi problemi” nel rispettare le spese dedicate all’assunzione di nuovo personale, anche a tempo determinato. “Nel caso specifico, così come prospettato dalla Regione, la presa in carico dei lavoratori ex Ati-Ifras – sottolinea – verrebbe conteggiata nel costo generale del personale, originando non pochi problemi alle casse comunali”.
Secondo l’esponente azzurro esiste, però, una soluzione “che assicurerebbe da una parte maggiore margine di azione ai Comuni e dall’altra toglierebbe oneri alla Regione, alleggerendole il carico di responsabilità”: si tratta di “inquadrare i cantieri dell’area Geoparco nell’ottica dei cantieri verdi a valenza ambientale. Questa opportunità offrirebbe agli Enti locali la possibilità di tenere fuori dal conto generale questa spesa. Non solo: i Comuni, dice sempre il sindaco, “avrebbero così l’occasione per impiegare i lavoratori ex Ati-Ifras per più tempo”.
Altra soluzione: “la Regione potrebbe accollarsi i costi di assunzione del personale per poi trasferirlo ai Comuni”. Quella varata dalla Giunta, invece, si delinea, per Locci, come “una vera e propria scorrettezza istituzionale, in quanto abbandona i Comuni a lottare contro politiche della spesa inflessibili, di fronte a lavoratori che quotidianamente chiedono di essere assunti in Comune”.