“Celebriamo oggi il bicentenario della fondazione di questo Corpo che trova le sue origini proprio in un provvedimento, le Regie patenti di Vittorio Emanuele I, sovrano del Regno proprio di questa meravigliosa terra, la Sardegna”. Lo ha detto stamani il Direttore della Colonia penale di Mamone (Nu), Simona Mellozzi nel suo discorso per la celebrazione del bicentenario della fondazione del Corpo della Polizia Penitenziaria, nella Colonia penale alla presenza del personale.

La direttrice ha espresso un “sentito ringraziamento” alle donne ed agli uomini della Polizia penitenziaria, che “a cavallo di due secoli hanno saputo intrerpretare con grande professionalità, con laboriosa generosità e con un solido patrimonio di conoscenze e competenze, il ruolo di protagonisti nella gestione dell’esecuzione penale. Le donne e gli uomini della polizia penitenziaria nel corso degli anni hanno saputo, con grande professionalità, interpretare il loro ruolo e la loro competenza pur nelle trasformazioni che la funzione della pena ha avuto nella storia, da pena ‘retributiva-castigo’ a pena finalizzata alla rieducazione e risocializzazione del reo”.

“Soltanto col sacrificio e con l’altissimo senso delle istituzioni del personale di Polizia penitenziaria – ha proseguito la Mellozzi – il sistema carcere devastato dal sovraffollamento é riuscito a reggere ed a sostenere le trasformazioni di un sistema chiuso a sistema aperto e dinamico. Oggi il personale è chiamato a svolgere compiti sempre più rilevanti, delicati. Basti pensare all’osservazione dei ristretti con rischio di proselitismo e radicalizzazione, alla delicata procedura di prelievo dei campioni del dna per la trasmissione al laboratorio centrale di Roma per la tipizzazione dei profili e la trasmissione dei dati alla banca dati nazionale presso il Ministero dell’Interno, mentre il laboratorio centrale è di nostra pertinenza e dentro vi operano biologi e tecnici che indossano la divisa della Polizia penitenziaria e che sono un ulteriore motivo d’orgoglio e vanto”.

“La specificità delle funzioni che le donne e gli uomini della Polizia penitenziaria – ha proseguito di fronte ai poliziotti schierati – tuttavia non impedisce il proficuo coordinamento con tutte le altre Forze di polizia e la rilevanza esterna delle funzioni svolte nella continua attività di repressione e prevenzione del crimine. La garanzia dell’ordine interno, nella partecipazione ai percorsi di reinserimento e risocializzazione ed attraverso l’apertura alla comunità diventa garanzia di sicurezza sociale”, ha concluso.