“Pigliaru la smetta di fare da palo al Governo mentre vengono scippati illegittimamente i soldi dei sardi”. Così Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia, commenta il vertice “fasullo” e “inconcludente” del presidente della Regione con il ministro Boschi.
“Sono oltre 3 miliardi i soldi sottratti alla Sardegna e il presidente chiede timidamente una riduzione di 300 milioni? E lo fa dopo che Governo e maggioranza nazionale hanno perfino prorogato al 2020 gli accantonamenti? Cerchi di essere meno ridicolo – prosegue l’esponente azzurro- e presenti il conto vero a Palazzo Chigi. Ma soprattutto stracci l’accordo da lui firmato nel 2014 con cui ha rinunciato a tutti i ricorsi presentati da noi e con essi anche ai soldi dovuti alla nostra isola. C’era un modo – ricorda Cappellacci- per ottenere il maltolto dal 2012 ad oggi: per esempio, il ricorso presentato dalla mia giunta (n. 160 del 2012). La Valle d’Aosta ne ha promosso uno uguale, non lo ha ritirato, ha vinto e ora sta ottenendo quanto ingiustamente sottratto dal 2012 ad oggi (non dal 2018). Pigliaru invece lo ha ritirato miseramente dopo aver firmato con Padoan l’accordo fregatura del 2014, che al punto 5 recitava: “La Regione si impegna a ritirare, entro il 16 settembre 2014, tutti i ricorsi contro lo Stato pendenti dinanzi alle diverse giurisdizioni relativi alle impugnative di leggi o atti conseguenziali in materia di finanza pubblica, promossi prima del presente Accordo, o, comunque, a rinunciare per gli anni 2014-17 agli effetti positivi sia in termini di saldo netto da finanziare che in termini di indebitamento netto che dovessero derivare da eventuali pronunce di accoglimento“. Insomma, da veri polli hanno rinunciato non solo ai ricorsi ma perfino agli effetti positivi delle sentenze già vinte. Quando si chiede l’unità, occorre farlo per difendere i sardi dal Governo e non il Governo dai sardi. Pigliaru – ha concluso Cappellacci- scelga da che parte stare”.
“Preoccupa non poco la debolezza della posizione con cui la Giunta regionale si è presentata a trattare con il Governo nel tentativo di rivedere la partita degli accantonamenti, fondamentale per consentire alla Sardegna di incassare per intero le quote erariali che le sono dovute dallo Stato come previsto nell’art. 8 dello Statuto. Per questo, non stupisce la tattica attendista adottata dall’esecutivo nazionale, che si è ben guardato dal dare delle risposte immediate alla delegazione isolana”, dichiara il capogruppo dei Riformatori Sardi per l’Europa in Consiglio regionale, Attilio Dedoni.
Dedoni: “L’attendismo del Governo è colpa della posizione debole della Giunta”
“L’assessore Paci ha sbandierato le cifre che tutti ben conosciamo,
denunciando il fatto che gli accantonamenti sono stati introdotti dal Governo per continuare ad ignorare il dettato statutario e non versare quanto dovuto”, prosegue Dedoni. “L’Assessore dimentica però che, quando ha firmato con il ministro Padoan l’accordo del 2014 che ha previsto gli accantonamenti, lui per primo ha accolto trionfalmente quella che da allora è stata sbandierata da tutto il centrosinistra come la soluzione definitiva della vertenza sulle entrate erariali. Per anni, Paci ha fatto di tutto per far credere che gli accantonamenti non avrebbero intaccato i trasferimenti statali. Solo quando la situazione è diventata insostenibile, con la Giunta sempre più in difficoltà nel cercare di spiegare come sia possibile che, con la ‘vertenza entrate’ definitivamente risolta, non si riesca a fare fronte ai costi della sanità e, più in generale, la Regione abbia dei margini di manovra finanziaria così ridotti, abbiamo assistito all’inversione di rotta e all’apertura di una nuova vertenza con lo Stato.
Come si può immaginare che Palazzo Chigi consideri credibile un interlocutore che prima firma gli accordi e poi chiede di rimetterli in discussione perché solo a distanza di anni si è accorto che non erano vantaggiosi? Noi abbiamo detto sin da subito che si trattava di una truffa, ma la Giunta ha preferito tenersi stretta la medaglia della vertenza risolta,sebbene
soltanto sulla carta, sperando invano di riuscire a nascondere le pesanti conseguenze negli anni a venire.
“Allo stesso modo non convince la presunzione di chi si appella
continuamente alla battaglia unitaria ma poi, quando si tratta di
confrontarsi con la controparte, si presenta sempre da solo”, conclude il capogruppo.
“Il presidente Pigliaru e l’assessore Paci hanno sconfessato anche il presidente della Commissione Bilancio, il quale ha proposto di riunire il Consiglio regionale a Roma per dare sostegno alla trattativa. L’opposizione non ha mai negato la sua disponibilità a portare avanti la battaglia contro il Governo al fianco della maggioranza. E’ dall’altra parte, semmai, che finora ci sono state soltanto chiusure. Non deve stupire, allora, l’atteggiamento dilatorio dell’esecutivo romano, che si è preso una settimana di tempo per inventarsi chissà quali scuse e sotterfugi, e sottrarsi così ancora una volta al confronto lasciando Pigliaru e Paci con un palmo di naso”.