Il Partito dei Sardi va all’attacco del presidente Pigliaru sulla vertenza accantonamenti, dopo il vertice con il Governo nel quale la Regione ha ribadito la volontà di dimezzare gli oltre 600 milioni di risorse regionali trattenute dallo Stato.

Non basta ai consiglieri di maggioranza del PdS l’aver incassato il via libera alla presenza in Aula del governatore per riferire sulla vertenza: gli alleati critici accusano Pigliaru di “precise responsabilità” perchè, spiegano, “all’inizio della legislatura, contro il nostro parere, ha condotto un negoziato col Governo italiano rivelatosi ingenuo nelle forme e dannoso nelle conseguenze, con gli effetti del ritiro dei ricorsi davanti alla Corte Costituzionale correttamente a suo tempo incardinati”.

“Quel negoziato iniziò con incontri bilaterali tra la Giunta e il Governo italiano non preceduti da una chiara e approfondita condivisione delle istituzioni e della società sarde: siamo nettamente contrari alla ripetizione dell’errore – attaccano Gianfranco Congiu, Augusto Cherchi, Roberto Desini, Piermario Manca, Alessandro Unali – Come siamo nettamente contrari alle forme del negoziato. Il presidente della Giunta dovrebbe incontrare, su questi temi, il presidente del Consiglio dei Ministri e non altri e dovrebbe incontrarlo per pretendere, non per chiedere, il rispetto delle prerogative della Sardegna e degli impegni a suo tempo presi dal Governo Renzi”.

Il PdS parla di istituzioni sarde “prima piegate a un ingenuo accordo fiduciario, poi sbeffeggiate dalla Corte Costituzionale e adesso rassegnate a un ruolo questuante rivolto peraltro non al rappresentante legale del Governo italiano ma ai suoi collaboratori. Il Partito dei Sardi prende le distanze da queste interpretazioni riduttive del rango delle istituzioni sarde”. Infine, il PdS rinnova la richiesta di ritiro del ricorso presentato dal Governo sulla legge per l’Agenzia sarda delle Entrate, censurando il comportamento di Pigliaru “che resta politicamente inerte e agisce confusamente su una materia non concordata con la maggioranza, rischiando di produrre un nuovo errore nel tentativo di rimediare ad un suo errore precedente”.

“Siamo andati a Roma per iniziare un discorso, per mostrare una chiarissima esigenza di avere più risorse di quelle che abbiamo in bilancio e per combattere una palese sproporzione sugli accantonamenti. C’è stata l’apertura di un tavolo e non ci sarà nessun accordo che non abbia una piena informazione e un passaggio in Consiglio regionale”.

Sollecitato da Alessandra Zedda (Fi) in merito alla presa di posizione del PdS sulla vertenza accantonamenti, il presidente della Regione Francesco Pigliaru replica in Aula indirettamente agli alleati della sua maggioranza dopo il vertice a Palazzo Chigi. “Saremo pronti a confrontarci con quest’Aula – chiarisce il governatore – stiamo conducendo questi passi a nome della Sardegna e di quest’Aula che non sarà tenuta all’oscuro di tutti i passaggi.

Abbiamo un’ulteriore riunione mercoledì prossimo”. Controreplica immediata dell’opposizione con il consigliere di Fi Stefano Tunis: “l’accordo patacca è stato sottoscritto senza il consenso del Consiglio regionale e quindi credo che dopo la dichiarazione del presidente Pigliaru valga la pena sospendere l’esame sulla rete ospedaliera e aprire un dibattito sul tema degli accantonamenti per vedere se il presidente può avere un mandato pieno su questo tema. E se non ce l’avrà, un mandato per andare a casa”.