Meglio essere chiari. Sul riordino della rete ospedaliera la maggioranza ha votato compattamente per la sua approvazione. Molti dicendo che non è la migliore riforma, quella che avrebbero voluto. (Ma con trentacinque consiglieri su sessanta non potevano fare tutto quello che volevano?) Altri con entusiasmo hanno detto di aver prodotto una riforma da ricordare con targhe e caratteri di bronzo. (Tra questi il gruppo di articolo uno mdp). E, per non fare torto alla storia, ha votato con entusiasmo il gruppo compatto del Partito dei Sardi.
Però deve essere chiaro che questa è l’ultima volta che questo accadrà: gli stati generali del partito hanno deliberato di alzare la asticella e di sottoporre a stress test il povero Pigliaru e la coalizione ogni qualvolta bisogna compiere atti che portano a contraddire la linea politica e gli annunci roboanti precedentemente lanciati in orbita. Il partito dei sardi deve votare la rete ospedaliera che lascia morti e feriti in tutti i territori e loro sollevano la questione della mollezza del Presidente Pigliaru che non ottiene il ritiro del ricorso da parte del Governo. Pigliaru mollaccione lo è. Non è una scoperta recente. Lo è stato per cose ben più importanti per le quali ha avuto il sostegno incondizionato dello stesso partito. Magari incondizionato no, magari per avere a carico dei Sardi un mutuo da settecento milioni quando il presidente, unilateralmente si è impegnato a ritirare i ricorsi pendenti e a rinunciare agli effetti di sentenze favorevoli alla Regione Autonoma della Sardegna. E giù una perdita per miliardi di euro.
Ma che il governo avrebbe impugnato la legge sulla agenzia delle entrate era noto a tutto il Consiglio regionale per il semplice fatto che tali rilievi di incostituzionalità erano stati sollevati sia il commissione che in aula. Ma la approvazione fu sollecitata dalla giunta proprio con la argomentazione che sarebbe stata rimessa in ordine attraverso la certa impugnazione. Ma bisognava dare soddisfazione al partito di Maninchedda. (Sai come è paolo!). Allora approviamo la rete ospedaliera ma distraiamo la pubblica opinione con il diversivo del Pigliaru mollaccione col governo. Però perdonato e sostenuto se, magari è mollaccione, ancora più mollaccione con noi. Partito dei Sardi.
Ha votato contro, della maggioranza, Annamaria Busia, le sia resa giustizia e onore. Si è astenuto il consigliere Agus che merita una menzione al timido coraggio.
Per tutta la coalizione che già prima del voto ha iniziato a lamentare e continuerà a farlo che nessuno voleva questa riforma ma loro la hanno dovuta approvare con sofferenza e rimorso; per tutta la coalizione “gloria ed hosanna”. E, sempre del Giusti, per tutti, “ha da venire il giorno del giudizio”.
RossoMori, con il suo consigliere Emilio Usula, ha difeso con impegno ed onore gli interessi del popolo sardo, dei malati e la salute dei sani; ha portato le proteste e le proposte dei gli operatori del comparto della salute e le istanze degli enti locali.
Le battaglie si fanno per vincere. Talvolta si perdono. Questa coalizione ha vinto e già vuole scaricare le responsabilità. Saranno ricordati per aver impoverito i servizi sanitari e per averli spinti verso la china dello scadimento programmato della sanità pubblica.
E noi saremo chiamati a rimediare a correggere i disastri che lasceranno dietro di loro.
Apriremo nuovi orizzonti. Percorreremo altre strade. Nuovo modello di sviluppo nuovo ceto dirigente.
Gesuino Muledda – RossoMori