Una vittoria per invertire la rotta del Torino, salvare la panchina e uscire, almeno in parte, dalla crisi. Torino contro Cagliari è tutto questo e anche qualcosa in più: scalpita infatti Belotti, pronto a tornare in campo 28 giorni dopo la distorsione al ginocchio, per salvare nave e naviganti, in primis Mihajlovic, reduce da due soli punti nelle ultime cinque partite.
“Io in bilico? Non è la prima volta, non sarà l’ultima – ha spiegato il tecnico granata -, in ogni caso mi esalto nelle difficoltà”. Saranno molte le insidie di una partita resa complicata anche dal momento del Torino: “Dopo Verona si è inceppato qualcosa, non possiamo andare avanti così, quindi si torna ai metodi antichi, alla fase uno. Prima i principi morali poi quelli del gioco, la rassegnazione non è nel Dna del Toro”.
Non schiva le proprie colpe, “anche io – ammette – ho sbagliato valutazioni”, ma pretende una svolta: “Domani mi aspetto una reazione, è mancato l’atteggiamento. Voglio undici giocatori assatanati per cercare di vincere la partita”. Possibile il ritorno al 4-3-3, con Valdifiori regista e la coppia Baselli-Acquah a protezione della mediana: a farne le spese potrebbe essere Niang, con Ljajic e Iago Falque esterni d’attacco. La tentazione di anticipare il rientro di Belotti, grande assente nel periodo nero del Torino, è tanta: “Dipenderà dall’allenamento di domani mattina, non vogliamo rischiare nessuno”.
Anche se il rischio più alto, in caso di risultato negativo, lo corre proprio il tecnico: “Sono nel mondo del calcio da 30 anni, ho già vissuto queste situazioni. Sono concentrato sul Cagliari: il mio unico pensiero è vincere e rimettere il Torino in carreggiata. Non mi arrendo, non mollo, non torno indietro: fa parte del mio dna”.







