“Le parole che dominano la vostra settimana sono le parole di Papa Francesco, a partire dal lavoro libero”. Lo ha detto il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni parlando ai rappresentanti della Chiesa italiana riuniti a Cagliari. “Occorre puntare a un lavoro libero dalle forme più atroci di sfruttamento, un lavoro dove non ci sia più spazio per una pratica odiosa come quella del caporalato. Sono 400mila i lavoratori coinvolti da questo fenomeno, tra i quali molti immigrati. Non possiamo abituarci a tollerare ciò e per questo abbiamo rafforzato il contrasto al caporalato e dobbiamo insistere nel difendere i diritti dei lavoratori e spingere le organizzazioni agricole e sindacali”.

“Ripresa economica e maggiore occupazione non sono necessariamente sinonimi – lo ha ricordato il premier – ma c’è la possibilità, se ci lavoriamo seriamente, con ostinazione, anche nel nuovo contesto europeo e tecnologico, di una ripresa con lavoro non senza lavoro perché senza lavoro i valori fondamentali della società, come la dignità, la famiglia, la comunità, fanno fatica a resistere”.

“Il rispetto della dignità e delle regole del lavoro è ancora più importante se il committente è lo Stato. Per questo dalla logica del massimo ribasso siamo passati a quella dell’offerta più vantaggiosa. Per garantire la massima dignità su questo tema occorrono scelte importanti. Sul nuovo codice degli appalti pubblici è necessario un lavoro di formazione nella pubblica amministrazione proprio per rafforzare la novità introdotta – afferma il premier. Della necessità di superare nella pubblica amministrazione gli appalti con la logica del massimo ribasso aveva parlato Papa Francesco nel videomessaggio di apertura della Settimana Sociale a Cagliari ed è anche tra le quattro proposte della Cei al governo illustrate oggi alla presenza dello stesso premier.