Ci sono i primi segnali di ripresa ma questo “non rimargina le ferite della crisi” e la ripresa non basta se non è accompagnata dalla crescita dell’occupazione. Ed anche i dati statistici, che evidenziano un trend positivo per la crescita dei posti, per esempio per l’occupazione femminile, non colmano il gap con altri paesi. E’ quanto dice il premier Paolo Gentiloni alla platea della Chiesa italiana riunita a Cagliari per parlare di lavoro. Ma anche per presentare le proprie proposte al governo.
Ne scelgono quattro molto circostanziate (Iva, appalti, formazione, finanziamenti) e “cantierabili”, come sottolineano dal Comitato Scientifico delle Settimane Sociali, il ‘think-tank’ della Conferenza Episcopale Italiana impegnato sul sociale. Poi un appello in particolare per l’Ilva per evitare i 6mila esuberi annunciati. “La sfida più urgente è superare le forme di esclusione che riguardano troppe donne e troppi giovani”, dice il premier all’assise cattolica, perché “il precariato senza futuro e senza diritti è una delle offese più terribili alla dignità del lavoro”.
Ma nel Paese – assicura il Presidente del Consiglio – qualcosa comincia a camminare. Dati macroeconomici finalmente con il segno ‘più’ e anche il riconoscimento di una agenzia di valutazione. “Con il rating non si mangia – commenta Gentiloni parlando della decisione positiva per l’Italia di Standard & Poor’s – ma è incoraggiante e la reputazione del Paese è influenzata da queste dinamiche”. Diverse, anzi tante, le cose in comune tra le prospettive indicate dal capo del governo e le aspettative del mondo cattolico. Come quella di un lavoro “libero”, e Gentiloni definisce “pratica odiosa” quel caporalato. In comune l’attenzione per le fasce più deboli a partire dai giovani.
Ma l’istituzione politica e la Chiesa parlano la stessa lingua anche quando si parla di appalti pubblici. E rispetto all’appello di Papa Francesco che aveva aperto giovedì con un videomessaggio l’assise di Cagliari, nel quale chiedeva di superare negli appalti della pubblica amministrazione il criterio del massimo ribasso, Gentiloni concorda e spiega che il nuovo Codice va in direzione diversa ma “occorre una formazione nella pubblica amministrazione” per rendere effettiva la novità. Ma le prospettive future, la “terra incognita”, come la chiama Gentiloni, non sono cariche solo di minacce ma anche di opportunità per questa Italia.
“I lavori che più cresceranno nel futuro” sono quelli in cui “contano di più intelligenza, creatività e questo può essere una opportunità per l’Italia. Se c’è un Paese che è superpotenza dolce, superpotenza della bellezza, della cultura, dello stile, della creatività, questa è l’Italia”. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti parla di una delle sollecitazione dell’assise cattolica: “Nella legge di bilancio ci sono strumenti per l’occupazione ma c’è qualcosa che non è andato in porto, l’apprendistato duale, e lo considero una sconfitta”, ha detto annunciando che presenterà “una proposta al Parlamento” che così potrà inserire la questione nella manovra nel corso dei lavori parlamentari.
In mattinata a Cagliari la voce del sindacato, quella della segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan: “bisogna puntare su maggiori competenze e soprattutto sulla partecipazione dei lavoratori, per alzare il livello di qualità e non far diventare i lavoratori vittime dei necessari cambiamenti tecnologici e della digitalizzazione”.







