I cattolici puntano ad un rinnovato impegno in politica per affrontare con le ‘cifre’ della Chiesa i problemi sociali del Paese, a partire dalla disoccupazione, ferita aperta nonostante i segnali di ripresa dell’economia. La Chiesa italiana è chiamata “a spendersi con convinzione, quello del lavoro è un cantiere aperto” e ora “ritorniamo a casa sentendo la responsabilità di dover dare corpo ad alcune iniziative concrete”, ha detto il presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti, chiudendo la Settimana Sociale di Cagliari. Ma monsignor Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e responsabile della Pastorale del Lavoro in Cei, è sceso nel concreto e ha indicato al migliaio di cattolici presenti, in rappresentanza delle oltre duecento diocesi, una sorta di linee programmatiche: “la rilevanza pubblica dei Cattolici deve svilupparsi sino ad incidere sui problemi vitali delle persone e della società”. E quindi l’auspicio è che “in ogni diocesi” possa “strutturarsi organicamente un gruppo di collegamento tra cattolici impegnati in politica” e gruppi ecclesiali. “Questo muoversi del Popolo come soggetto aiuterà a far nascere nuove leadership che contribuiscano ad una rinnovata politica”, ha detto Santoro. Vescovo abituato a ‘sporcarsi le mani’, a partire dalla delicata vertenza Ilva che colpisce anche la sua città Taranto, e per la quale ha chiesto, anche in questi giorni, uno stop agli esuberi. La Chiesa dunque prova a canalizzare le tante energie sul territorio, rappresentate alla Settimana Sociale anche da oltre quattrocento buone pratiche sul lavoro, per dire la sua sul lavoro, il sociale, i migranti, la scuola, la tutela delle fasce più deboli.
E se sulla questione specifica del lavoro non mancano le tradizionali battaglie della Chiesa, a partire dal ‘no’ al lavoro domenicale, esploso negli ultimi anni con l’apertura continuativa dei centri commerciali, escono anche idee nuove, molto concrete, tecniche, pronte da presentare ai tavoli istituzionali. Oggi il vicepresidente del Comitato scientifico delle Settimane Sociali, Sergio Gatti, dopo le proposte presentate ieri al premier Paolo Gentiloni, ha portato il ‘pacchetto’ europeo al presidente del Parlamento Ue Antonio Tajani: armonizzazione fiscale e stop ai ‘paradisi’ delle tasse anche dentro l’Europa; investimenti infrastrutturali e produttivi con le connesse problematiche legate all’inclusione o meno nei bilanci nazionali; e l’inserimento del parametro dell’occupazione accanto a quello dell’inflazione per la Banca Centrale Europea.
Tajani ha raccolto le riflessioni affermando di condividerle e sottolineando che “contro le sirene populiste occorre ascoltare le angosce e le paure della gente”. Poi il presidente del Parlamento europeo ha sottolineato la necessità di un “Piano Marshall” per l’Africa. Quanto invece ad una delle questioni più calde in Europa, la Catalogna, ha ribadito senza mezzi termini: “Nessuno intende riconoscere l’indipendenza” ma ora è urgente “un dialogo” per allentare le tensioni in Spagna.







