Il Piemonte continua a bruciare. Resta critica la situazione in Valle di Susa, nella Città metropolitana di Torino, per gli incendi che da giorni la devastano. L’impossibilità di volare, per canadair ed elicotteri, a causa di vento e fumo ha costretto i vigili del fuoco ad affrontare l’intera giornata con difesa passiva a vicinanza delle abitazioni. La zona più critica è quella del costone montano a ridosso di Mompantero, dove sono state evacuate da varie borgate 450 persone su 600 residenti. In giornata il prefetto di Torino, Renato Saccone, e il comandante provinciale dei carabinieri, hanno incontrato i sindaci interessati e i luoghi a ridosso dell’incendio. L’Arma concorre con le sue pattuglie a garantire il soccorso alla popolazione e a vigilare sulle case evacuate contro gli sciacalli.
Ci sono boschi e montagne in fiamme dal Cuneese al Canavese e qualche focolaio impegna squadre di intervento anche a Sordevolo, sopra Biella, dove i carabinieri hanno fermato un sospetto piromane. E ancora si continua in Lombardia, nel Comasco, in provincia di Sondrio e nel Bresciano.
Le fiamme hanno cominciato a lambire i dintorni di Susa, dove una casa di riposo con 185 anziani è stata sgomberata: cinque ospiti sono stati sistemati in ospedale, altri sono andati in alberghi e comunità religiose. In città è sorto un centro di accoglienza per duecento persone, mentre un tratto dell’autostrada del Frejus è stato chiuso. In mattinata si sono avvertite due esplosioni, riconducibili probabilmente a ordigni bellici rimasti conficcati per decenni nel terreno. Da Sparone, nel Canavese, una delle località in cui la situazione è più critica, il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, fa sapere che “il ministro Minniti ci ha garantito che tutti i Canadair operativi sono impegnati per il Piemonte”. Due sono arrivati dalla Croazia.