C’è il via libera della Giunta Delunas sul regolamento per matrimoni e unioni civili. È un passo importante verso l’individuazione delle nuove sedi, anche fuori dalle classiche location istituzionali, che permetteranno di allargare il ventaglio delle soluzioni ai quartesi stessi e a tutti i turisti che cercano un luogo d’eccezione per suggellare la propria unione. Una novità che garantirà anche nuovi introiti alle casse comunali, in base al tariffario che sarà definito in un secondo momento, sempre dalla Giunta.
Il matrimonio internazionale, ovvero la scelta di sposarsi all’estero, è un business di rilevanti dimensioni. L’Italia è una delle mete più ambite a livello mondiale e la più gettonata in Europa. La conferma viene dal giro d’affari che produce, in costante ascesa. E appunto per questo motivo anche l’Assessorato Regionale al Turismo il mese scorso si è espresso positivamente in merito, ricordando l’importanza che potrebbe avere il settore per la destagionalizzazione dei flussi.
Anche l’Amministrazione quartese condivide questa linea e prosegue quindi l’iter burocratico che permetterà di individuare un nuovo suggestivo elenco di sedi per la celebrazione dei matrimoni. Sino ad oggi infatti le uniche location possibili in città erano quelle istituzionali, ovvero la Sala Consiliare e la Sala Giunta nel Palazzo Municipale di via Porcu, la Sala Affreschi dell’Ex Convento dei Cappuccini di via Brigata Sassari. Il nuovo regolamento approvato dalla Giunta prevede che sia lo stesso organo istituzionale a decidere, in un secondo momento, quali saranno i luoghi che potranno diventare sede staccata dello Stato Civile. Prima però per lo stesso Regolamento occorre il passaggio in Commissione e l’approvazione del Consiglio Comunale.
Si tratta di un passo avanti importante anche dal punto economico, perché le nuove location attireranno sicuramente l’attenzione dei futuri sposi. Sono infatti tanti in città i luoghi suggestivi in grado di rendere ancora più speciale il giorno del matrimonio. E sarà anche un modo per valorizzare il patrimonio culturale e ambientale quartese. Sarà sempre la Giunta a definire in un secondo momento il tariffario per ognuno di essi.
“Con questa delibera allarghiamo il ventaglio delle soluzioni ai quartesi stessi e a tutti i turisti che cercano una location d’eccezione per suggellare la propria unione – spiega il Sindaco Stefano Delunas -. Penso alle bellissime nostre spiagge, ma anche al fascino del Nuraghe Diana, per il quale però sarà prima necessario avere il parere della Sovrintendenza. E poi ci sono le case campidanesi, così caratteristiche e così tipiche in città. Abbiamo davvero tanti luoghi da valorizzare, siti in grado non solo di suggellare la giornata degli sposi, ma anche di assicurare un beneficio economico alla nostra comunità: la novità garantirà infatti nuovi introiti per le casse comunali e quindi sarà d’aiuto per la realizzazione di nuovi servizi per la popolazione”.
“Abbiamo fatto un altro passo avanti per l’attuazione del programma di mandato del Sindaco – commenta l’Assessore agli Affari Generali Riccardo Saldì -. L’evoluzione della società comporta l’esigenza di celebrare matrimoni anche al di fuori della casa comunale. Con l’approvazione di questo regolamento Quartu va quindi incontro all’evolversi dei costumi. E un’altra conferma in tal senso viene anche dall’articolo inserito nel regolamento secondo il quale è consentita la presenza alle celebrazioni degli animali d’affezione, a patto che il proprietario porti con sé guinzaglio e museruola”.
“Questo regolamento è il punto di partenza per la realizzazione di un progetto molto importante per la nostra città – spiega Valeria Piras, Consigliera Comunale de La Base, che si è fatta parte attiva nella predisposizione del regolamento -. I matrimoni e le unioni civili fuori dalle canoniche sedi istituzionali porteranno infatti della esternalità positive oltre all’immediato piacere per coloro che intendono giurarsi amore e fedeltà. Il turismo dei matrimoni ha indubbiamente un trend in crescita nel nostro Paese e Quartu, con le sue bellezze storiche e naturalistiche, non può e non deve rimanere indietro”.