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Viaggio nell’incubo di Giuseppe Gulotta. Debutto tra lunghi applausi ieri sera a Cagliari per “Come un granello di sabbia/Giuseppe Gulotta, storia di un innocente”. La pièce di Mana Chuma Teatro è andata in scena al Teatro degli Intrepidi Monelli, sotto le insegne del Cedac per il circuito In-Box. Oggi la matinée per le scuole. Racconta un clamoroso “errore” giudiziario”.

Sotto i riflettori Salvatore Arena, suoi testo e regia insieme con Massimo Barilla. Arena presta volto e voce al protagonista, accusato dell’omicidio di due carabinieri e condannato all’ergastolo. Finché 36 anni dopo, al termine di un lungo iter processuale, viene riconosciuta la verità. Avevo 18 anni, signor giudice: inizia così la ricostruzione di una vicenda assurda, quasi kafkiana, a partire da quella sera in cui con i pantaloni sporchi di calcina, il muratore venne condotto in caserma e costretto a confessare un delitto che non aveva commesso.

Venne fermato e interrogato con metodi a dir poco brutali, un tal Giuseppe Vesco, poi “suicida” in carcere, e sulla base delle sue dichiarazioni furono arrestati quattro giovani del posto, poi scagionati per insufficienza di prove, di nuovo processati e rimessi in libertà. Qualcuno si dà alla fuga, Giovanni Mandalà viene condannato sulla base di una macchia che prima non c’era, mentre Gulotta rimane e finisce in carcere.

Ci resterà 22 anni. La pièce, con una narrazione “corale” in cui accanto al protagonista appaiono la moglie Michela, la madre e perfino il capitano Russo, “la voce del male”, ripercorre come in un flashback l’incredibile serie di fatti, fino al processo di revisione. E intanto la strage di Alcamo Marina resta ancora senza colpevoli.