Davanti a me una finestra, un cielo cupo, nessuno in strada; io seduta su una sedia dell’altra parte del mondo, in Australia, si perché è qui che mi trovo da settembre per lavoro. Un quadernino, il mio, il solo che sa sempre tutto di me, una penna, mille idee in testa ma una sola voglia, quella voglia di aiutare e di arrivare fino in cima.
Oggi 24 dicembre 2017 ho il desiderio di raccontare a tutti la mia storia; solo oggi ho trovato il coraggio di lasciarmi andare. Mi chiamo Alessandra, ho 25 anni, sono una maestra d’asilo e sono nata a Cagliari, capoluogo della mia amata Sardegna. A soli 20 anni ho scoperto di avere una patologia chiamata sclerosi multipla” o sclerosi a placche, ovvero una malattia degenerativa del sistema nervoso centrale che determina la progressiva distruzione della mielina, la guaina che riveste le fibre nervose.
Cavoli, definizione abbastanza tosta e soprattutto difficile da mandar giù a soli 20 anni e con la consapevolezza di non saper minimamente di cosa mi stessero parlando i dottori quando mi misero a conoscenza del mio stato di salute. Ho camminato e attraversato l’inferno, sono arrivata a pesare 30 kg; ho creduto di non risollevarmi più da quel letto che è stato mio amico/nemico per 4 lunghi ed interminabili mesi. Vedevo la mia vita passarmi di fronte, vedevo i miei fratelli crescere, i miei genitori con occhi spenti, quella luce che sempre hanno avuto si era spenta. I giorni passavano e i mesi anche ed io mi sentivo così impotente.
Un giorno di dicembre però mi accorsi che quella ragazza in quel letto non ero io, la mia vita non poteva esser finita così. Tutta la forza che mi era rimasta la misi per alzarmi, rialzarmi da quel letto, da quella sedia rotelle. Ho combattuto e con il sostegno dei miei genitori, della mia dottoressa e dello splendido staff del Binaghi e di tutti coloro che mi volevano bene, mi sono rialzata in piedi e forte, più forte e determinata di prima. E ora mi trovo qui a Griffith in Australia a dare il mio incoraggiamento a tutte quelle persone che non hanno la mia stessa forza e lasciano vincere la malattia.
Ora mi rivolgo a te che leggi le mie parole e che come me hai questa patologia. Tu guardati allo specchio, combatti, non mollare mai, la vita è solo una è un dono prezioso che il Signore ci ha donato e meriti di viverla nel migliore dei modi, fai tutto ciò che ti piace fare, divertiti, sorridi, tu sei speciale, tu ce la farai. Tu ti rialzerai. Ama, creati una famiglia, sei solo tu che decidi il tuo destino e solo tu che sai il male e quanto hai sofferto per cui trasforma tutto questo in forza e voglia di vivere, non sarà questa malattia come nient’altro a impedirti di vivere la vita che meriti. Credi sempre in te, il signore è sempre con te non ti preoccupare. Dai un senso alla tua vita.
Non è stato facile nemmeno per me, non riuscivo neppure a scrivere il mio nome eppure mi sono rialzata e sono in piedi e per uscire porto sempre i tacchi! Ho deciso questo settembre di cambiare la mia vita, stanca della solita routine, decidendo di volare a 27 ore di distanza dalla mia famiglia per inseguire i miei sogni. Tu devi fare lo stesso, insegui sempre i tuoi sogni perché la strada ti si forma davanti camminando. Sai, quando ritornerò giù in Sardegna darò vita a un mio grande desiderio, ovvero quello di creare un calendario per raccogliere più fondi possibili per la ricerca. Come vedi ” niente è impossibile”.
Visto che ci sono ne approfitto per fare i miei più sinceri e migliori auguri di buon Natale e spero che le mie parole possano aiutarti e far riflettere un po’ tutti. E se può consolarti, ora sto guardando un cielo che non è più cupo ma limpido e con un timido sole che vuol uscir fuori. Vivi.
Inviato da Manuel Matta