“La battaglia ha un valore fortemente simbolico”. Il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, sa bene che, una volta che il referendum per il riconoscimento dell’insularità sarà passato, “la strada sarà lunga perché la riforma costituzionale richiede sempre passaggi delicati”.
Il referendum per il quale i sardi saranno chiamati a votare presumibilmente a ottobre, è solo consultivo, quindi non vincolante. E la partita, ha spiegato Ganau nel giorno in cui sono state depositate in Corte d’appello a Cagliari le 92mila firme raccolte in meno di quattro mesi, “passa per il Parlamento, nelle mani delle Camere, ma di fronte a un risultato positivo non sarà facile non tenere conto del voto dei sardi”.
Ad ogni modo, a dimostrazione della portata simbolica di tutta l’iniziativa, “credo – ha sottolineato il presidente dell’Assemblea – che si potrebbe prescindere dall’inserimento in Costituzione se ci fosse un riconoscimento pieno da parte del Governo e una sua istanza all’Unione europea per il riconoscimento delle condizioni di insularità e l’applicazione anche alla Sardegna di tutte le norme che regolano il diritto delle isole e di tutte le situazioni ultra periferiche, allora il risultato sarebbe ottenuto”.