Tanto Gentiloni e tanto onesto pare, ma pure lui, come Renzi, sta affossando l’Italia. Dal rottamatore al normalizzatore, cambiando la forma la sostanza non cambia”. Così Antonio Ingroia, tra i fondatori della Lista del Popolo, commenta la conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. “Ci vuole una buona dose d’immaginazione – continua Ingroia – per credere davvero che l’Italia sia in ripresa, come ha raccontato il presidente del Consiglio con la sua aria bonaria da vecchio democristiano. In realtà il bilancio di questo governo, e più in generale di questa pessima legislatura che si avvia a conclusione, è ben diverso e decisamente negativo. A Gentiloni, per esempio, deve essere sfuggito che in Italia ci sono quasi cinque milioni di persone che vivono in condizione di povertà assoluta, per lo più famiglie numerose per le quali gli ultimi governi non hanno fatto nulla di concreto, troppo occupati di curare gli interessi dei poteri forti e delle elite finanziarie.
Il lavoro continua a essere un privilegio e non un diritto, come invece stabilisce la Costituzione, e l’unico dato davvero in aumento è quello sul numero dei precari, ‘grazie’ al devastante Jobs Act voluto a tutti i costi da Renzi. Checché ne dica Gentiloni, l’Italia rimane tra i paesi che crescono di meno in Europa, zavorrata da un enorme debito pubblico, da una pressione fiscale altissima, da una corruzione dilagante e dalle mafie finanziarie, contro cui si è fatto poco o nulla. L’unica nota davvero positiva della legislatura è stato lo sventato assalto alla Costituzione, la vittoria del NO al referendum del 4 dicembre 2016 che ha mandato a casa il governo Renzi. Da lì si deve ripartire, perché aver salvato a Costituzione non basta, ora bisogna pretendere che essa sia integralmente attuata. Ed è questo il programma della Lista del Popolo. Una lista – conclude Ingroia – che vuole restituire la piena sovranità al popolo, che intende ripristinare quel mirabile equilibrio fra diritti e doveri dei membri della comunità nazionale disegnato nella Costituzione, incentrato sulla preminenza assoluta del diritto/dovere al lavoro da garantire ad ogni cittadino”.