“Mi compiaccio per l’egregia operazione della Guardia di finanza sul fronte del lavoro nero e sommerso che ha consentito di scoprire il malaffare a discapito dei più deboli, cioè i prestatori di lavoro”. È quanto dichiara la senatrice Alessandra Bencini (Centrosinistra-Misto), membro della commissione Lavoro. “Ritengo sia opportuno implementare i controlli al fine di recuperare il sommerso che genera evasione in termini di tasse e contributi assistenziali e previdenziali per il lavoratore – spiega – nonché evitare un triplice danno per le casse dello Stato”.

“Infatti, i mancati versamenti – aggiunge la parlamentare – non coprono le pensioni attuali e non costituiscono il montante per una futura retribuzione differita, cioè la pensione, per non parlare del fatto che il lavoro nero genera un prodotto non tracciato e quindi una compravendita sommersa di beni e servizi che sfugge alla tassazione Irpef, Irap e Iva”.

“Desta preoccupazione – continua la senatrice – anche il funzionamento dell’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl) rispetto al quale ho presentato un’interrogazione a dicembre 2017 insieme al senatore Francesco Molinari. L’attività ispettiva in materia di sicurezza sul lavoro risulta eccessivamente frammentata tra vari enti rischiando di creare problemi agli operatori e ulteriori appesantimenti burocratici che mal si conciliano che l’esigenza di una vigilanza celere, efficace e scevra da inutili orpelli”. “Occorre quindi – conclude Bencini – monitorare il funzionamento dell’Inl per capire se i controlli siano effettuati in maniera consona ad individuare situazioni di illegalità”.